martedì 9 ottobre 2007

ADDIO, LORENZO RAGAZZO SPLENDIDO

Una grande folla ha riempito il Duomo romanico di Modena per i funerali di Lorenzo D’Auria, il Maresciallo del SISMI morto in seguito alle ferite riportate durante il blitz che lo ha liberato, insieme ad un altro collega, in Afghanistan. Alla cerimonia si sono però affiancate le polemiche seguite alla denuncia del Sindaco di Modena per le scritte contro il Maresciallo scomparso apparse nei giorni scorsi sui muri della chiesa di S. Giovanni, in piazza Matteotti. “Parole, dice il sindaco, gravemente offensive della memoria di Lorenzo D’Auria”. La scritta è stata subito cancellata dai volontari di Vivere Sicuri e non ne è stato fatto cenno fino ad oggi per non interferire con la celebrazione delle esequie. La salma è arrivata a Modena accolta da un applauso. E un lungo applauso ne ha salutato anche l’uscita dalla chiesa al termine della funzione, celebrata dal Vescovo di Modena, Monsignor Benito Cocchi. “Tutti vogliamo la pace, ma ogni giorno accadono fatti e si creano situazioni che fanno svanire le illusioni delle facili proposte e fanno crescere la consapevolezza che siamo di fronte ad una difficile conquista, che richiede l’adesione di tutti”, ha detto il Vescovo durante l’omelia. Oltre al Ministro della Difesa ed alle più alte cariche militari dello Stato, ai funerali ha assistito anche tanta gente comune. In chiesa, con gli altri familiari, la moglie di Lorenzo D’Auria, Francesca, sposata in articulo mortis al Celio, insieme alla madre del Maresciallo, Angela. Il padre del Sottufficiale è invece rimasto fuori dalla chiesa. La salma è stata poi trasferita nel piccolo cimitero di Calcara di Crespellano, il comune al confine tra le province di Modena e Bologna dove la famiglia D’Auria si era trasferita dalla Campania e dove saranno sepolte le spoglie di Lorenzo. La denuncia del sindaco di Modena Giorgio Pighi per le scritte offensive apparse nei giorni scorsi è contro ignoti per “apologia di delitto e danneggiamento aggravato”. “Di fronte al dolore dei genitori e dei famigliari, con l’immagine scolpita della giovane vedova con in braccio il bambino di pochi mesi e col pensiero degli altri due figli ancora in tenera età rimasti senza padre, ha dichiarato Pighi, credo non si possa tollerare un gesto di tale vigliaccheria. Credo che si debba fare il possibile per individuare i responsabili e quindi procedere con decisione e severità”.

domenica 7 ottobre 2007

PREMIATO IL CAPORALMAGGIORE ALESSANDRO NONIS CHE EVITO' UN KAMIKAZE IN AFGHANISTAN

Alla presenza dei massimi vertici delle istituzioni e dei Corpi militari dello Stato, è stato assegnato al Caporalmaggiore Alessandro Nonis originario di San Vito al Tagliamento, Alpino della Brigata Julia di stanza a Venzone, il premio Bravo “Il coraggio per gli altri”. Impiegato in Afghanistan nell'Operazione “Praesidium” rimase ferito ad Herat, in un attentato kamikaze. Alessandro Nonis il 20 dicembre 2005 era impegnato, come conduttore, in servizio di scorta ad un convoglio che trasportava aiuti umanitari per la popolazione afgana. Grazie alla prontezza di riflessi il giovane alpino riuscì ad evitare l'impatto con l'automezzo condotto dall'attentatore, salvando con questa sua azione fulminea e determinante la vita a se stesso ed ai suoi compagni. L'iniziativa, giunta alla terza edizione, è stata istituita con il fine di concedere un riconoscimento pubblico agli appartenenti alle Forze Armate e ai Corpi dello Stato che si sono distinti per dedizione, altruismo, spirito di sacrificio e per l'attaccamento alle tradizioni del Corpo di appartenenza. La cerimonia si è tenuta all’Auditorium del Parco della Musica di Largo Luciano Berio, a Roma, nella Sala intitolata a Giuseppe Sinopoli. Per la prima volta è stata presentata una nuova composizione, “Eravamo in 19”, del maestro Franco Bagutti, scelta come canzone simbolo per le prossime edizioni del premio Bravo, dedicata ai caduti di Nassyria. Nonis ha ricevuto il premio Bravo dal presidente della commissione permanente di Difesa, Generale Luigi Ramponi. La statuetta, alta 21 cm, realizzata in metallo laminato in oro che poggia su una base marmorea, rappresenta "l'eroe moderno". "E’ stata una giornata significativa e memorabile per me – ha dichiarato – sono veramente commosso. Ricevere il premio Bravo mi rende orgoglioso di appartenere all’Esercito italiano. Ricordo tutto dell’Afghanistan e naturalmente quel 20 dicembre rimarrà impresso nella mia vita".