domenica 2 dicembre 2007

PRONTA LA NUOVA PORTAEREI CAVOUR

Per qualcuno l’aggettivo ‘storico’ potrebbe anche sembrare eccessivo. Resta il fatto che quella del prossimo 18 dicembre si presenta come una data a dir poco importante; quel giorno infatti, si assisterà alla consegna della portaerei Cavour alla Marina militare. In realtà si tratta di una consegna puramente amministrativa visto che l’ingresso in squadra è previsto entro la prima metà del prossimo anno e dopo un ulteriore periodo di prove presso la sede produttiva Fincantieri di Muggiano; al loro termine, l’unità raggiungerà l’Arsenale di Taranto dove nel 2009, inquadrata nel Comando forze di altura (Comforal), verrà conseguita la piena operatività. Il tutto a compimento di un processo che ha avuto inizio diverso tempo fa. Si era all’inizio degli anni 90 e già all’epoca la Marina aveva compreso quanto fosse importante disporre di una grande unità con la quale sostituire l’incrociatore Vittorio Veneto. Per quella che di lì a poco sarebbe diventata la Nuova unità maggiore (Num), venivano così elaborati più progetti che spaziavano da quelli focalizzati sul ruolo di portaerei fino ad altri incentrati su una piattaforma con spiccate capacità anfibie, con tanto di bacino allagabile, elevato numero di soldati imbarcati e ridotte installazioni aeronautiche. Con il tempo il progetto è stato affinato, fino a giungere all’attuale configurazione: quella di una vera e propria nave portaerei che, tuttavia, conserva una certa flessibilità operativa. Si era intanto arrivati al 2000 quando, con la firma del contatto con Fincantieri, prese definitivamente il via il programma. L’anno successivo ebbe inizio la costruzione, con il varo che giungeva il 20 luglio del 2004; e così come il varo vide la presenza dell’allora presidente della Repubblica Ciampi (il quale peraltro giocò un ruolo di primissimo piano nella scelta del nome), adesso la consegna dell’unità potrebbe avvenire alla presenza dell’attuale presidente Napolitano. Resta da notare come alla luce del ritardo accumulato, complici anche le croniche ristrettezze finanziarie, il Cavour è oramai in realtà destinato ad affiancare, e in prospettiva sostituire, l’omologo Garibaldi. Ma questa unità merita anche di essere segnalata per un primato: quello della più grande nave militare costruita in Italia dalla fine della seconda guerra mondiale. Una lunghezza fuori tutto di 244 metri, una larghezza massima di 39 metri - imposti dal passaggio dal ponte di Taranto - e un’immersione di quasi nove metri; il tutto per un dislocamento di 27.100 tonnellate a pieno carico. A muovere questa ‘massa d’acciaio’ ci pensano quattro turbine a gas Lm2500, per una potenza complessiva di 88 Mw, che agiscono su due assi con eliche a cinque pale capaci di imprimerle una velocità massima continuativa di 28 nodi; l’autonomia risulta pari a 7.000 miglia alla velocità di 16 nodi, mentre la produzione di energia elettrica è assicurata da sei diesel-generatori e due gruppi generatore-asse per un totale di 17,6 Mw. Valori dimensionali importanti che si riflettono su altri due elementi essenziali: il ponte di volo e l’hangar. Il primo ha sei spot di decollo per elicotteri - più uno Sar (Search and rescue) - e una pista di decollo con uno sky-jump per gli aerei Stovl (Short take-off vertical landing) con elevazione di 12°, nonché aree di parcheggio per otto aeromobili. Il secondo ha la particolarità di essere riconfigurabile potendo infatti ospitare 12 elicotteri o otto aerei oppure diverse combinazioni di mezzi: 24 carri armati Ariete o 50 veicoli medi quali Aav-7, Dardo, Centauro e Freccia o 100 veicoli leggeri come Puma, Lince e Vm-90 o, ancora, tre Lvtp (Landing vehicle transport personnel). Tutti mezzi che possono essere sbarcati tramite due rampe - per carichi da 60 ton. - poste a prua e sul lato di dritta della nave e movimentati, assieme agli aeromobili e a materiali in genere, da quattro elevatori. Se a ciò aggiungiamo che oltre ai 451 uomini di equipaggio, ai 203 del gruppo di volo, ai 140 del comando complesso, sono presenti alloggi per 416 (di cui 91 in emergenza) altri soldati, si capisce bene quanto la polivalenza sia una caratteristica importante di questa unità. Si può infatti passare da una configurazione di portaerei pura, con 12 aerei (Av-8b, in futuro F-35b) e otto elicotteri (Eh-101, nelle sue diverse versioni, Sh-3d e in futuro Nh-90), aumentabili ulteriormente in caso di necessità fino a 24 o anche 30 se solo elicotteri, a una sorta di Lph (Landing platform helicopter) in grado di condurre eli-assalti. Da rilevare inoltre come, grazie all’elevato livello di automazione e all’avanzato sistema di gestione, controllo e sicurezza della piattaforma sia stato possibile contenere il numero degli uomini dell’equipaggio i quali, tra l’altro, godono di standard abitativi molto elevati. Il sistema di combattimento - oggetto di un contratto separato - integra i numerosi sensori di bordo con i sistemi d’arma preposti alla difesa dell’unità. Tra i primi si segnalano un radar multifunzione per la sorveglianza aerea e di superficie (che si occupa anche del controllo dei missili), uno per quella aerea a lunga portata, uno di superficie a corto-medio raggio, uno per il controllo delle operazioni aeree, uno di navigazione e, infine, i due apparati radar elettro-ottici per i pezzi di medio calibro; sono inoltre presenti un sonar a scafo e un sistema per la sorveglianza aerea e di superficie Ir (Infra-red). A contrastare le minacce dirette verso il Cavour provvedono poi due sistemi di lancio verticale a 16 celle ciascuno per missili Aster 15, due pezzi da 76/62 mm Super rapido e tre pezzi da 25/80 mm. Completano l’insieme dei sistemi di difesa due lanciatori per inganni anti-missile e altrettanti lanciatori per quelli antisiluro, nonché un sistema di guerra elettronica. Particolare attenzione è stata inoltre riposta nella suite di apparati di comunicazione, con un sistema integrato che serve anche l’ampio centro di comando posto sotto l’isola, fondamentale proprio per lo svolgimento delle funzioni di nave sede-comando. In conclusione, ciò che si evince da queste brevi note è che quella che sta per entrare in servizio con la Marina militare è un’unità tecnologicamente valida e flessibile. Un importante assetto operativo non solo per la Marina stessa ma anche per le altre forze armate; basti pensare, in questo senso, alla Forza di proiezione dal mare e a quale importante contributo possa fornire a questa componente una piattaforma utilizzabile in contesti anche diversi e comunque impegnativi. Considerazioni che non mutano di fronte alle polemiche che stanno già da qualche tempo accompagnando il Cavour. Due sono gli aspetti maggiormente criticati: il costo finale - che dovrebbe raggiungere gli 1,5 miliardi di euro circa - e le capacità ritenute fin troppo offensive. Per ciò che riguarda il secondo aspetto, occorre subito rimarcare come le caratteristiche complessive di questa unità potranno tornare utili, oltre che in ambito nazionale, anche nell’ambito di operazioni a carattere multinazionali, siano esse in ambito Nato, Onu o Ue, contribuendo a rendere in nostro Paese pienamente partecipe delle decisioni prese in tali ambiti. Per quanto riguarda il primo invece, occorre ricordare come l’anomalia non sia rappresentata tanto dal costo elevato della nave quanto piuttosto dalle scarse risorse a disposizione della Difesa. Così scarse da far sembrare avventate certe scelte che al contrario, in un contesto normale, risulterebbero del tutto comprensibili e del tutto coerenti con quella che dovrebbe essere la politica di sicurezza e difesa di un Paese come l’Italia.

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