lunedì 31 dicembre 2007

PRODI VISITA HERAT

23 dicembre: il Presidente del Consiglio Romano Prodi, accompagnato dall’Ammiraglio Gianpaolo Di Paola, Capo di Stato Maggiore della Difesa e dall’Ambasciatore per l’Italia in Afghanistan Ettore Francesco Sequi è arrivato ad Herat per visitare il Contingente Italiano nella Regione Ovest. Il Presidente Prodi è stato accolto all’aeroporto dal Comandante del Regional Command West e da una Compagnia d’Onore Interforze, ha visitato parte di Camp Arena e pranzato alla mensa della base per poi trasferirsi sul piazzale alzabandiera per rivolgere un messaggio ai militari italiani impegnati nella Missione ISAF: “Ufficiali, Sottufficiali, Soldati sono contento ed orgoglioso di essere qui tra di voi per farvi un ringraziamento, soprattutto il ringraziamento dell’Italia per quello che state facendo qui e per farvi gli auguri per queste feste. Voi state tenendo una delle posizioni più difficili e delicate di tutto lo scenario mondiale. Una regione grandissima, grande come la metà dell’Italia, che richiede energie, risorse e soprattutto grande sostegno e grande comprensione dei problemi e delle tensioni delle popolazioni e voi lo state facendo nel modo migliore, lo state facendo con grande sacrificio. L’Italia sta facendo questo perché noi vogliamo in campo internazionale tenere alta la bandiera delle responsabilità e del contributo alla pacificazione nella zona forse più tormentata del mondo perché non esiste altra zona del pianeta che abbia vissuto oltre 30 anni di guerre e di tensione. Una professionalità la vostra talmente alta che ha reso persino possibile un evento internazionale come la conferenza dell’Economic Cooperation Organization, che ha messo in evidenza la capacità di svolgere missioni complesse, che necessitano un livello di massima sicurezza. Io vi ringrazio infine per un ultimo aspetto: grazie a quanto avviene in questa area si ha la speranza che l’Afghanistan possa essere una zona pacificata, possa diventare uno Stato amministrato e gestito dagli afgani. L’Italia sta dando un grande contributo e sono questi i motivi per cui il Paese vi deve gratitudine e riconoscenza. Naturalmente è chiaro che quando si riconosce questo impegno, vi si deve il nostro di impegno nel fornirvi non solo le risorse economiche necessarie ma la vicinanza affettiva, di un riconoscimento della grandezza del compito che state portando avanti. E questo è il sentimento che volevo esprimere personalmente a nome di tutto il Governo nazionale. Grazie, tanti auguri, buon natale a voi ed ai vostri cari”. Al termine dell’intervento il Capo del Governo ha lasciato la base del Regional Command West.

PRODI VISITA ISAF

23 dicemebre: il Presidente del Consiglio Romano Prodi, accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Gianpaolo Di Paola, ha incontrato il Contingente Italiano di ISAF nella capitale afgana, nel corso di una breve visita in Afghanistan. Accolto dal generale Bonato, Comandante del Regional Command Capital, il premier ha passato in rassegna i militari di ITALFOR per poi rivolgersi a loro esprimendo la riconoscenza del Paese e del Governo per la loro opera “improntata a professionalità, dedizione ed efficienza”, a sostegno del governo locale e della popolazione di Kabul. Prima di partecipare alla consueta Messa della domenica in compagnia dei soldati, il Primo Ministro si è intrattenuto con i vertici militari italiani a Kabul in un incontro cui ha partecipato anche l’Ambasciatore in Afghanistan Ettore Sequi.

PARISI VISITA IL CONTINGENTE IN KOSOVO

Il 24 dicembre il Ministro della Difesa, Arturo Parisi, accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Giampaolo Di Paola e dal Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze Generale di Corpo d’Armata Mauro del Vecchio, si è recato in Kosovo per porgere gli auguri di Natale al personale del Contingente Italiano. Al suo arrivo a Dakovica, il Ministro Parisi è stato accolto dall’Ambasciatore d’Italia, a Belgrado, Alessandro Merola, dall’Italian Senior National Representative, Generale di Brigata Alessandro Savarese, e dal Comandante della Multinational Task Force West, Generale di Brigata Nicolò Falsaperna. Nel corso della sua visita, il Ministro Parisi, si è recato al Monastero di Decani e al Villaggio Italia a Pec dove ha salutato tutto il personale dei Reparti presenti nell’area. La seconda tappa del viaggio si è svolta a Pristina dove il Ministro della Difesa ha incontrato il personale italiano della Multinational Specialized Unit, al Comando del Colonnello Andrea Guglielmi, e quello che opera nel Comando KFOR.

CONSEGNATO L'ANDREA DORIA ALLA MARINA

Sabato 22 dicembre, nella darsena dello stabilimento Fincantieri del Muggiano (La Spezia), ha avuto luogo la cerimonia di consegna alla Marina Militare del Cacciatorpediniere Andrea Doria. Il passaggio della nave dal cantiere alla Marina avviene a due anni dal varo e a conclusione di un periodo intenso di prove, anche in mare, della piattaforma. La cerimonia, alla presenza di autorità civili e militari, ha avuto come elemento centrale l’alzata sul pennone del Doria della Bandiera della Marina. La nave proseguirà il periodo di collaudi riguardanti i sistemi di comando, controllo e comunicazioni per conseguire la piena capacità operativa. Nave Andrea Doria, insieme alla gemella Caio Duilio, fa parte della Classe Orizzonte, programma di collaborazione con la Marina Francese. Sono navi con modernissime elevate capacità di difesa aerea e piattaforma per imbarcare un comando complesso capace di operare anche in contesti internazionali.

martedì 18 dicembre 2007

DI PAOLA IN VISITA IL LIBANO

Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giampaolo Di Paola, si è recato in visita al personale italiano schierato in Libano nel quadro dell’Operazione UNIFIL Leonte 3. Ad accoglierlo, nella base di Tibnin, quartier generale del contingente italiano, il Gen.B. Paolo Ruggiero, Comandante della Joint Task Force Lebanon, Sector West su base 132a Brigata Corazzata Ariete. Dopo aver assistito ad un briefing sulle attività svolte dai militari italiani, l’Ammiraglio Di Paola si è recato in elicottero nel compound di Marakah, sede di una delle unità di manovra italiane, per incontrare il personale di Italbatt 1, su base 11° Reggimento Bersaglieri di Orcenigo Superiore e, successivamente, nella base di Shama, sede operativa del 10° Reggimento Genio di Cremona e del Battaglione Logistico Ariete. Durante i suoi incontri con il personale della Missione Leonte 3, l’Ammiraglio Di Paola ha ribadito il senso dell’impegno italiano in Libano, ricordando quanto sia importante e determinante il compito che i militari italiani stanno assolvendo, al servizio dell’Onu, per la pace e la stabilità di questa regione del mondo.

CAMBIO AL VERTICE DEL CONTINGENTE ITALIANO IN BOSNIA-ERZEGOVINA

Alla presenza del Vice Comandante di EUFOR, Generale di Brigata dell'Esercito Carmelo De Cicco, si è svolta a Camp Butmir, Sarajevo, sede del Comando EUFOR, la cerimonia di passaggio di consegne tra il Colonnello Carlo Alessandro ORSINI, Comandante uscente del Contingente italiano in Bosnia basato sul 21° reggimento Artiglieria Terrestre Trieste di Foggia, e il Tenente Colonnello Felice Senatore, Comandante di quello subentrante su base Brigata Artiglieria di Portogruaro. Lasciando il Comando, alla vigilia del suo rientro in Italia, il Colonnello Orsini ha salutato il personale del Contingente, certo e soddisfatto del lavoro svolto dai suoi collaboratori in questi sei mesi, soprattutto dai LOT (Laison and Observation Team) che, integrati nel tessuto sociale, hanno consentito il collegamento e l'osservazione. Il Tenente Colonnello Senatore assume il Comando nel quadro di una progressiva riduzione della presenza militare in Bosnia e nell'ottica di un definitivo passaggio delle responsabilità alle autorità bosniache.

venerdì 14 dicembre 2007

MEDAL PARADE ALLA MFO

Il Maggiore Generale Narve Ludvigsen, Force Commander della Multinational Force and Observers, ha consegnato, al personale costituente il Contingente italiano in Sinai, la Medaglia che attesta la partecipazione alla missione MFO, nel corso di una cerimonia organizzata presso la sede del X Gruppo Navale Costiero nel porto di Sharm El Sheik. Alla cerimonia erano presenti l’Addetto per la Difesa in Egitto, Contrammiraglio Fabio Rossi, il Console Onorario a Sharm El Sheik, Fayza Frigido e molte autorità civili e militari locali, nonché un cospicuo numero di esponenti dell'imprenditoria italiana in Egitto. La partecipazione di numerosi invitati ha nuovamente messo in evidenza gli eccellenti rapporti tra il personale della Marina Militare che opera in Sinai, la Multinational Force and Observers e la realtà locale. Dopo la consegna delle decorazioni ai diciotto militari che sono parte della Multinational Force and Observers da almeno sei mesi, il Force Commander ha tenuto un discorso agli equipaggi delle Navi e al personale di terra del Contingente. Dopo la cerimonia tutti gli ospiti sono usciti in mare a bordo delle tre Unità dipendenti (Nave Staffetta, Nave Vedetta e Nave Sentinella) per una breve navigazione. Il programma della manifestazione ha compreso l’esecuzione di manovre cinematiche ed un buffet a bordo.

L'ITALIA ASSUME IL COMANDO DEL REGIONAL COMMAND CAPITAL DI ISAF

6 dicembre 2007. Si è svolta a Kabul alle ore 11:00 locali, la cerimonia che ha sancito il trasferimento di autorità del Regional Command Capital tra il Generale di Brigata turco Erdem Kasim ed il Generale di Brigata Federico Bonato, Comandante della Brigata Alpina Taurinense. Il Regional Command Capital è uno dei cinque comandi multinazionali dipendenti da ISAF, la cui componente principale verrà, per i prossimi otto mesi, fornita dall’Italia con lo staff della Brigata Taurinense che costituirà l’ossatura del comando responsabile per tutta l’area della capitale afgana. Alle dipendenze del Regional Command Capital vi sono tre Battle Groups, Unità di livello Reggimento fornite rispettivamente da Italia (attualmente su base 5° Reggimento Alpini), Francia e Turchia. Alla cerimonia odierna, hanno preso parte le maggiori autorità politiche, militari e religiose presenti nella capitale afgana, intervenute per dar lustro all’attività di sostegno alle istituzioni afgane svolta dai quasi 3000 militari del Regional Command Capital provenienti da sedici paesi (Albania, Azerbaigian, Bulgaria, Croazia, Francia, Macedonia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Norvegia, Portogallo, Polonia, Regno Unito, Romania, Turchia). Nel corso della cerimonia, tenutasi a camp Warehouse, sede del Quartier Generale del Regional Command Capital, il Generale Erdem Kazim ha pronunciato un breve discorso riassuntivo delle attività svolte negli scorsi otto mesi dai propri uomini. A sua volta il Generale Bonato ha illustrato quelle che saranno le proprie linee guida nell’assolvimento del compito assegnatogli, rivolgendo parole di ringraziamento al collega turco. Il passaggio di consegne tra i due Generali è avvenuto alla presenza del Generale britannico Jonathan Riley, Vice Comandante di ISAF. Il Generale di Brigata Federico Bonato, ha ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi di comando e di staff nell’ambito delle Truppe Alpine. Ha inoltre ricoperto l’incarico di Vice Capo Ufficio Operazioni in seno al comando KFOR in Kosovo ed è stato precedentemente impegnato nella Missione ISAF a Kabul alla guida del 3° Reggimento Alpini tra settembre 2002 e gennaio 2003.

martedì 4 dicembre 2007

DECEDUTI DUE SOTTUFFICIALI DELLA MARINA MILITARE IN UN INCIDENTE STRADALE

Erano due sottufficiali di Mari Commi, uno dei dipartimenti della base spezzina della Marina Militare Italiana, i due giovani militari rimasti uccisi in un incidente stradale ieri alla Spezia. Emiliano Colenna, sposato, era originario di Lecce. Antioco Salidu veniva da Cagliari. Entrambi avevano poco più di trent'anni, e stavano raggiungendo il posto di lavoro. I due corpi, coperti da un telo, sono rimasti in strada dalle 6.30 alle 9.30, il tempo necessario alle operazioni di trasferimento all'obitorio. Sul posto sono arrivati i vertici della Marina della Spezia, ed il cappellano militare. I rilievi sono stati effettuati dagli agenti della polstrada coadiuvati dai vigili urbani e dai carabinieri. Secondo quanto accertato, c'é stato uno scontro violento fra l'ambulanza della Cri che procedeva verso l'ospedale, in arrivo dalla Galleria Spallanzani, e lo scooter dei due giovani, che arrivavano in perpendicolare dalla centrale via Vittorio Veneto. Mentre l'autista dell'autobus a fianco dello scooter ha visto l'ambulanza e si è fermato, il conducente del ciclomotore aveva visibilità ridotta. Non c'é stato nemmeno il tempo di una frenata. Vani i tentativi di rianimazione. Il medico legale ha constatato gli avvenuti decessi ed il magistrato ha reso il nulla osta per il trasferimento dei corpi.

domenica 2 dicembre 2007

PRONTA LA NUOVA PORTAEREI CAVOUR

Per qualcuno l’aggettivo ‘storico’ potrebbe anche sembrare eccessivo. Resta il fatto che quella del prossimo 18 dicembre si presenta come una data a dir poco importante; quel giorno infatti, si assisterà alla consegna della portaerei Cavour alla Marina militare. In realtà si tratta di una consegna puramente amministrativa visto che l’ingresso in squadra è previsto entro la prima metà del prossimo anno e dopo un ulteriore periodo di prove presso la sede produttiva Fincantieri di Muggiano; al loro termine, l’unità raggiungerà l’Arsenale di Taranto dove nel 2009, inquadrata nel Comando forze di altura (Comforal), verrà conseguita la piena operatività. Il tutto a compimento di un processo che ha avuto inizio diverso tempo fa. Si era all’inizio degli anni 90 e già all’epoca la Marina aveva compreso quanto fosse importante disporre di una grande unità con la quale sostituire l’incrociatore Vittorio Veneto. Per quella che di lì a poco sarebbe diventata la Nuova unità maggiore (Num), venivano così elaborati più progetti che spaziavano da quelli focalizzati sul ruolo di portaerei fino ad altri incentrati su una piattaforma con spiccate capacità anfibie, con tanto di bacino allagabile, elevato numero di soldati imbarcati e ridotte installazioni aeronautiche. Con il tempo il progetto è stato affinato, fino a giungere all’attuale configurazione: quella di una vera e propria nave portaerei che, tuttavia, conserva una certa flessibilità operativa. Si era intanto arrivati al 2000 quando, con la firma del contatto con Fincantieri, prese definitivamente il via il programma. L’anno successivo ebbe inizio la costruzione, con il varo che giungeva il 20 luglio del 2004; e così come il varo vide la presenza dell’allora presidente della Repubblica Ciampi (il quale peraltro giocò un ruolo di primissimo piano nella scelta del nome), adesso la consegna dell’unità potrebbe avvenire alla presenza dell’attuale presidente Napolitano. Resta da notare come alla luce del ritardo accumulato, complici anche le croniche ristrettezze finanziarie, il Cavour è oramai in realtà destinato ad affiancare, e in prospettiva sostituire, l’omologo Garibaldi. Ma questa unità merita anche di essere segnalata per un primato: quello della più grande nave militare costruita in Italia dalla fine della seconda guerra mondiale. Una lunghezza fuori tutto di 244 metri, una larghezza massima di 39 metri - imposti dal passaggio dal ponte di Taranto - e un’immersione di quasi nove metri; il tutto per un dislocamento di 27.100 tonnellate a pieno carico. A muovere questa ‘massa d’acciaio’ ci pensano quattro turbine a gas Lm2500, per una potenza complessiva di 88 Mw, che agiscono su due assi con eliche a cinque pale capaci di imprimerle una velocità massima continuativa di 28 nodi; l’autonomia risulta pari a 7.000 miglia alla velocità di 16 nodi, mentre la produzione di energia elettrica è assicurata da sei diesel-generatori e due gruppi generatore-asse per un totale di 17,6 Mw. Valori dimensionali importanti che si riflettono su altri due elementi essenziali: il ponte di volo e l’hangar. Il primo ha sei spot di decollo per elicotteri - più uno Sar (Search and rescue) - e una pista di decollo con uno sky-jump per gli aerei Stovl (Short take-off vertical landing) con elevazione di 12°, nonché aree di parcheggio per otto aeromobili. Il secondo ha la particolarità di essere riconfigurabile potendo infatti ospitare 12 elicotteri o otto aerei oppure diverse combinazioni di mezzi: 24 carri armati Ariete o 50 veicoli medi quali Aav-7, Dardo, Centauro e Freccia o 100 veicoli leggeri come Puma, Lince e Vm-90 o, ancora, tre Lvtp (Landing vehicle transport personnel). Tutti mezzi che possono essere sbarcati tramite due rampe - per carichi da 60 ton. - poste a prua e sul lato di dritta della nave e movimentati, assieme agli aeromobili e a materiali in genere, da quattro elevatori. Se a ciò aggiungiamo che oltre ai 451 uomini di equipaggio, ai 203 del gruppo di volo, ai 140 del comando complesso, sono presenti alloggi per 416 (di cui 91 in emergenza) altri soldati, si capisce bene quanto la polivalenza sia una caratteristica importante di questa unità. Si può infatti passare da una configurazione di portaerei pura, con 12 aerei (Av-8b, in futuro F-35b) e otto elicotteri (Eh-101, nelle sue diverse versioni, Sh-3d e in futuro Nh-90), aumentabili ulteriormente in caso di necessità fino a 24 o anche 30 se solo elicotteri, a una sorta di Lph (Landing platform helicopter) in grado di condurre eli-assalti. Da rilevare inoltre come, grazie all’elevato livello di automazione e all’avanzato sistema di gestione, controllo e sicurezza della piattaforma sia stato possibile contenere il numero degli uomini dell’equipaggio i quali, tra l’altro, godono di standard abitativi molto elevati. Il sistema di combattimento - oggetto di un contratto separato - integra i numerosi sensori di bordo con i sistemi d’arma preposti alla difesa dell’unità. Tra i primi si segnalano un radar multifunzione per la sorveglianza aerea e di superficie (che si occupa anche del controllo dei missili), uno per quella aerea a lunga portata, uno di superficie a corto-medio raggio, uno per il controllo delle operazioni aeree, uno di navigazione e, infine, i due apparati radar elettro-ottici per i pezzi di medio calibro; sono inoltre presenti un sonar a scafo e un sistema per la sorveglianza aerea e di superficie Ir (Infra-red). A contrastare le minacce dirette verso il Cavour provvedono poi due sistemi di lancio verticale a 16 celle ciascuno per missili Aster 15, due pezzi da 76/62 mm Super rapido e tre pezzi da 25/80 mm. Completano l’insieme dei sistemi di difesa due lanciatori per inganni anti-missile e altrettanti lanciatori per quelli antisiluro, nonché un sistema di guerra elettronica. Particolare attenzione è stata inoltre riposta nella suite di apparati di comunicazione, con un sistema integrato che serve anche l’ampio centro di comando posto sotto l’isola, fondamentale proprio per lo svolgimento delle funzioni di nave sede-comando. In conclusione, ciò che si evince da queste brevi note è che quella che sta per entrare in servizio con la Marina militare è un’unità tecnologicamente valida e flessibile. Un importante assetto operativo non solo per la Marina stessa ma anche per le altre forze armate; basti pensare, in questo senso, alla Forza di proiezione dal mare e a quale importante contributo possa fornire a questa componente una piattaforma utilizzabile in contesti anche diversi e comunque impegnativi. Considerazioni che non mutano di fronte alle polemiche che stanno già da qualche tempo accompagnando il Cavour. Due sono gli aspetti maggiormente criticati: il costo finale - che dovrebbe raggiungere gli 1,5 miliardi di euro circa - e le capacità ritenute fin troppo offensive. Per ciò che riguarda il secondo aspetto, occorre subito rimarcare come le caratteristiche complessive di questa unità potranno tornare utili, oltre che in ambito nazionale, anche nell’ambito di operazioni a carattere multinazionali, siano esse in ambito Nato, Onu o Ue, contribuendo a rendere in nostro Paese pienamente partecipe delle decisioni prese in tali ambiti. Per quanto riguarda il primo invece, occorre ricordare come l’anomalia non sia rappresentata tanto dal costo elevato della nave quanto piuttosto dalle scarse risorse a disposizione della Difesa. Così scarse da far sembrare avventate certe scelte che al contrario, in un contesto normale, risulterebbero del tutto comprensibili e del tutto coerenti con quella che dovrebbe essere la politica di sicurezza e difesa di un Paese come l’Italia.

venerdì 30 novembre 2007

ALL'ACCADEMIA DI MODENA LA CROCE DI NASSIRYA

Era stata costruita dai Lagunari e, nel trasferimento da una base all'altra, stava per andare distrutta: oggi, invece, la Croce lignea di Nassirya è stata ufficialmente collocata all'interno dell'Accademia Militare di Modena "a perenne ricordo dell'impegno e del sacrificio di soldati e civili italiani caduti nell'adempimento del dovere in terra irachena". Ha aggiunto il Generale Francesco Tarricone, Comandante dell'Accademia, "che valga come esempio e monito per le future generazioni di Ufficiali dell'Esercito e dei Carabinieri", che proprio a Modena cominciano la loro carriera in divisa. La Croce di Nassirya, alta più di tre metri, era stata sistemata dai Lagunari del Reggimento Serenissima all'ingresso della tenda adibita a cappella presso White Horse la prima base dei militari italiani a Nassirya. Con il trasferimento del Contingente a Camp Mittica la croce è finita in un deposito, insieme a tanti altri materiali diversi, con il rischio concreto che venisse danneggiata o andasse distrutta. E' stata quindi prelevata dagli uomini del Corpo Militare della Croce Rossa che l'hanno prima custodita in un container e poi ne hanno organizzato il trasferimento in Italia, con la collaborazione del Cappellano della Brigata Friuli. Lo scorso 12 marzo, durante una cerimonia nella Basilica della Santa Casa a Loreto, è stata consegnata all'Esercito che l'ha destinata all'Accademia di Modena. Oggi, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico, presente il Sottosegretario alla Difesa Marco Verzaschi, c'é stata la cerimonia dello scoprimento della croce installata nel Tempio della Gloria del museo storico dell'Accademia.

LA KFOR SI RAFFORZA

La forza della NATO in Kosovo (KFOR) ha rinforzato i suoi effettivi nel nord della provincia, confinante con la Serbia, all'indomani dello scacco a Baden (in Austria) nei negoziati sullo statuto della provincia amministrata a partire dal 1999 dall'ONU. Un'unità di 90 soldati del Contingente USA in Kosovo ha preso ufficialmente quartiere nel campo di Nothing Hill con una breve cerimonia alla presenza del comandante della KFOR, il Generale francese Xavier Bout De Marnhac. La base di Nothing Hill è situata in montagna, vicino la città di Leposavic, a solo 17 km dalla frontiera con la Serbia.

giovedì 29 novembre 2007

IL GENERALE DI SQUADRA AEREA VINCENZO CAMPORINI NUOVO CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA

Il 29 novembre 2007 il Consiglio dei Ministri ha nominato il Generale di Squadra Aerea Vincenzo Camporini nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa. Il Generale Camporini, che attualmente ricopre l'incarico di Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, subentrerà all’Ammiraglio Giampaolo Di Paola (al vertice della Difesa dal 10 marzo 2004) che di recente eletto presidente del Comitato Militare della NATO. L'avvicendamento è previsto per il giorno 12 febbraio 2008. Nato a Como il 21 giugno 1946, arruolato in Accademia Aeronautica nel 1965 con il Corso Drago III, il Generale Camporini ha terminato il corso di studi con il grado di Sottotenente nel 1969, conseguendo la laurea in Scienze Aeronautiche presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Nel 2004 si è laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università degli Studi di Trieste. Dopo il brevetto di Pilota Militare ha prestato servizio per molti anni come Pilota F104 Recce presso il 3° Stormo di Villafranca. Ha frequentato il NATO Defense College nel 1977 e nel grado di Tenente Colonnello ha comandato il 28° Gruppo di Villafranca dal 1979 al 1981. Dopo il Corso superiore di Guerra Aerea (1982), è stato assegnato allo Stato Maggiore Aeronautica dove, dal 1983 al 1985, è stato Aiutante di Volo del Capo di Stato Maggiore. Promosso Colonnello nel 1985, ha prestato servizio presso lo Stato Maggiore Aeronautica (4° Reparto Logistica, Ufficio Ricerca e Sviluppo dei Sistemi d'Arma). Nel 1988 ha assunto il comando del Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare ed è stato il Rappresentante Italiano presso il Comitato Studi sulle Applicazioni Aerospaziali dell'Agard. In seguito, nuovamente allo Stato Maggiore è stato Capo Ufficio Sviluppo Tecnico dei nuovi sistemi d'arma, incluso l'Efa, e Rappresentante italiano nel Programma Naew. Da aprile 1993 ad aprile 1996, da Generale di Brigata, ha assunto l'incarico di Capo del 3° Reparto Piani, Operazioni, Addestramento e Cooperazione Internazionale dello Stato Maggiore Aeronautica. Dall’aprile 1996 ha assunto l'incarico di Ispettore dell'Aviazione per la Marina e dal novembre 1997, già promosso Generale di Divisione Aerea, al novembre 1998 è stato Ispettore per la Sicurezza del Volo. Successivamente ha retto l'Ufficio Generale di Politica Militare dello Stato Maggiore Difesa, poi ridenominato 3° Reparto Politica Militare e pianificazione. Da aprile 2001 a febbraio 2004 il Generale Camporini è stato Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa per diventare poi Presidente del Centro Alti Studi della Difesa (marzo 2004), incarico ricoperto fino a settembre 2006. Il 20 settembre 2006 il ha assunto l'incarico di Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare. Il Generale è Pilota con esperienza di volo su 24 differenti tipi di aeromobile, inclusi l'F104, il Tornado, l'AMX, velivoli da trasporto plurimotore ed elicotteri; al 31 dicembre 2006 ha effettuato oltre 2600 ore di volo. Nel 2007 è stato nominato Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. I suoi riconoscimenti e decorazioni includono inoltre la Medaglia Militare Aeronautica di Lunga Navigazione Aerea (oro), la Medaglia Militare al Merito di Lungo Comando (oro), la Croce d’Oro per Anzianità di Servizio (40 anni), l’Onorificenza di Commendatore al Merito della Repubblica Francese, la Medaglia Santos Dumont al Merito della Repubblica del Brasile, il Distintivo d'Onore di Ferito in Servizio e il Diploma Paul Tissandier rilasciato dalla FAI e della Decorazione d'Onore dello Sato Maggiore della Difesa. Il Generale Camporini è membro della Royal Aeronautical Society; è sposato con la signora Silvana e ha una figlia, Marta, e due nipoti.

mercoledì 28 novembre 2007

CELEBRATI I FUNERALI DEL MARESCIALLO CAPO DANIELE PALADINI

Alcune migliaia di persone hanno dato, a Novi Ligure, l’ultimo saluto al Maresciallo Capo del 2° Genio Pontieri di Piacenza Daniele Paladini, morto sabato 23 novembre 2007 in un attentato nei pressi di Kabul, in Afganistan. Gente commossa che ha affollato la chiesa della Collegiata della cittadina piemontese e anche la piazza antistante. Tutti si sono stretti intorno ad Alessandra Rizzo, vedova del Maresciallo Paladini e a tutti i familiari. Non era presente la figlia Ilaria. All’inizio della cerimonia, officiata da Monsignor Vincenzo Pelvi, Ordinario Militare per l’Italia, e Monsignor Martino Canessa, vescovo di Tortona, è stato letto un messaggio del Papa, inviato dal Cardinale Tarcisio Bertone in cui si sottolinea che “si piange ancora un figlio caduto nel compimento generoso del proprio dovere”. Nell’omelia, invece, è stato sottolineato che il terrorismo, quasi impaurito dalla solidarietà, ha mostrato il suo volto e il disprezzo nei confronti della vita umana. “È morto, ha detto Monsignor Pelvi, un uomo coraggioso e generoso che ha dato la sua vita umile al servizio di chi è meno fortunato”. Al termine della cerimonia, un lungo applauso ha salutato l’uscita dalla chiesa della salma. Il Ministro Parisi e gli esponenti delle Forze Armate Italiane, che hanno partecipato alle esequie, hanno abbracciato la vedova, a cui è stato poi consegnato il Tricolore con cui era avvolta la bara. Prima di andare al cimitero di Novi Ligure, dove la salma di Paladini è stata tumulata, la vedova ha stretto la mano ad un Capitano dell’Esercito, Gianfranco Paglia, rimasto ferito a Mogadiscio ed ora su una sedia a rotelle.

lunedì 26 novembre 2007

LA SALMA DI DANIELE PALADINI E' RIENTRATA IN ITALIA

Il C130 con a bordo la salma del Maresciallo Capo Daniele Paladini è atterrato stamattina nel settore militare dell'aeroporto di Ciampino alle ore 01:40. Secondo quanto si è potuto apprendere all'Aeroporto di Ciampino, il C130 si è fermato davanti alla palazzina di rappresentanza. Qui era in attesa il carro funebre su cui, dopo la mesta operazione di trasporto dall'Hercules e il saluto commosso della vedova Alessandra e degli altri familiari, presenti Il Ministro Parisi e i vertici militari, è stata caricata la bara del maresciallo capo Paladini, avvolta nella bandiera tricolore. A rendere gli onori militari, una rappresentanza dell'esercito in armi; quando la bara è stata estratta dal portellone sono risuonate le note del 'silenzio'. Nel volo di ritorno dall'Afghanistan in Italia, la salma è stata accompagnata dal generale Mauro Del Vecchio, comandante del COI (Comando Operativo di Vertice Interforze). Sul corpo del sottufficiale verrà effettuato oggi l'esame autoptico disposto dal Procuratore Aggiunto di Roma Franco Ionta, nell'ambito del procedimento aperto per strage con finalità di terrorismo. L'autopsia sarà eseguita presso l'Istituto di medicina legale dell'Università La Sapienza di Roma.

domenica 25 novembre 2007

ATTENTATO IN AFGHANISTAN: MUORE MILITARE ITALIANO

Un militare italiano ucciso e altri tre feriti. Tragico il bilancio di un attentato suicida durante la cerimonia di inaugurazione di un ponte costruito grazie al contributo degli Ingegneri Italiani. La vittima è Daniele Paladini, 35 anni, Maresciallo Capo dell'Esercito, del 2° Reggimento Pontieri di Piacenza. L'esplosione ha causato anche una strage fra i numerosi bambini che erano presenti alla cerimonia: dei nove civili afghani uccisi dall'esplosione, sei sono bimbi. L'attacco, avvenuto a Paghman, a una quindicina di chilometri dalla capitale Kabul, è stato rivendicato dai Talebani. Un portavoce degli studenti coranici, Zabihullah Mujahed, aveva addirittura parlato di quattro soldati italiani uccisi, circostanza questa ovviamente non confermata (i Talebani sono soliti amplificare, a scopo di propaganda, gli effetti delle loro azioni). Mujahed, che parlava via telefono satellitare da un'ignota località, ha precisato che il kamikaze apparteneva al proprio movimento. Secondo gli investigatori è probabile che l'attentatore fosse pakistano. Sulla matrice c'è il massimo riserbo e la rivendicazione è tuttora al vaglio degli esperti. Chi sta indagando si limita a sottolineare che un attentato di queste dimensioni era molto tempo che non si registrava nell'area di Kabul, dove sarebbe in atto una sorta di tregua conseguente all'apertura di canali di dialogo tra esponenti del governo locale e alcuni leader taleban. Circostanza, questa, insieme alla tecnica stessa dell'attentato, che "farebbe ipotizzare, secondo una fonte, una regia vicina ad Al Qaeda". Daniele Paladini era Maresciallo Capo dell'Esercito, del 2° Reggimento Pontieri di Piacenza. Non sono in pericolo di vita gli altri militari colpiti (il Capitano Salvatore Di Bartolo, dell'11° Reparto Infrastrutture di Messina; il capitano Stefano Ferrari, del 2° reggimento Pontieri di Piacenza; il Caporalmaggiore Scelto Andrea Bariani, del 5° Reggimento Alpini di Vipiteno), uno con ferite da schegge al volto (in questo caso ci sono timori per possibili conseguenze alla vista), un altro alla gamba e il terzo con una frattura scomposta al braccio destro ed altre lesioni. I soldati del Contingente Italiano erano intervenuti alla cerimonia con il preciso compito di garantire l'ordine pubblico. L'attentatore suicida si è fatto esplodere alle 09:52 locali, le 06:22 in Italia. Era stato visto dagli stessi militari mentre cercava di risalire a piedi il greto del fiume su cui sorge il nuovo ponte ed è stato intercettato prima che raggiungesse il punto in cui si concentrava il grosso della folla. Alla vista dei militari, da quanto si è appreso, si sarebbe fatto esplodere, coinvolgendo nella deflagrazione le persone che si trovavano in quel momento più vicine a lui. L'intervento dei soldati, che ha impedito al terrorista di raggiungere il centro del ponte, ha evitato che l'attentato causasse una vera e propria carneficina. Tutti i feriti sono stati evacuati con gli elicotteri dell'ISAF e sono stati trasportati negli ospedali della zona. Immediate sono state le reazioni del mondo politico. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha sottolineato che "l'eroico sacrificio del maresciallo capo Daniele Paladini, caduto in Afghanistan per impedire che il gesto ignobile di un kamikaze provocasse danni ancora più gravi tra la popolazione civile, è in questo momento il mio pensiero più forte e doloroso". All'aeroporto militare di Abu Dhabi Prodi ha accolto i tre militari feriti nell'attentato. Il Capitano Salvatore di Bartolo, il Capitano Stefano Ferrari e il Caporalmaggiore Scelto Andrea Bariani, sono atterrati in serata su un C130 dell'Aeronautica Militare all'aeroporto di Al Bateerod e ripartiranno con un Falcon alla volta dell'Italia. La task force di stanza ad Abu Dhabi serve come supporto logistico e scalo medico per il nostro contingente in Afghanistan. Per Prodi è l'inizio di un viaggio di Stato negli Emirati Arabi.

mercoledì 21 novembre 2007

NUOVO ORDINARIO MILITARE PER I SOLDATI AMERICANI

Benedetto XVI ha nominato Monsignor Timothy Paul Broglio nuovo Ordinario Militare degli Stati Uniti d'America. Il nuovo Capo dei Cappellani Militari Cattolici americani, 56 anni il prossimo 22 dicembre, nato a Cleveland (Ohio), era finora Nunzio Apostolico nella Repubblica Dominicana e Delegato Apostolico a Porto Rico.

IL TUSCANIA IN KOSOVO


Un Plotone di Carabinieri del 1° Reggimento Tuscania è arrivato nei giorni scorsi a Pristina, in Kosovo. A gennaio, inoltre, si aggiungeranno altre due Squadre dello stesso Reggimento. Il compito dei Carabinieri è rafforzare la MSU, l’Unità Multinazionale Specializzata nella gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza in zone a rischio, comandata dall’Italia e di cui fanno parte anche la Francia e l’Estonia. Il provvedimento è stato deciso in ambito di KFOR, la missione NATO nel paese balcanico. Oltre ai Carabinieri, a Pristina potrebbero arrivare anche nuovi rinforzi provenienti dagli altri due stati che fanno parte della MSU. Si tratterebbe sempre di forze a livello di squadra, che al momento sono state messe in allerta e che sono pronte a partire in caso di necessità. Con i nuovi rinforzi, il numero degli operatori della Multinational specialized unit torna quasi ai livelli di quando la Missione KFOR cominciò, dopo la riduzione degli ultimi anni anni per il miglioramento delle condizioni di sicurezza nel paese. L’Italia, attiva nella KFOR dal suo avvio (12 agosto 1999), vi partecipa con 2305 militari.

sabato 17 novembre 2007

RAZZI CONTRO L'AEROPORTO DI HERAT

Cinque razzi sono stati lanciati nella notte tra venerdì e sabato contro l'Aeroporto di Herat, in Afghanistan, controllato dai militari italiani dell'ISAF, senza tuttavia provocare vittime. Lo rivela un dirigente locale di polizia. Secondo alcune indiscrezioni l'area colpita sarebbe comunque lontana da quella in cui sorge il comando dei soldati connazionali. "Le prime notizie indicano che nessuno è rimasto ucciso, ma al momento non conosciamo ancora l'entità dei danni", ha detto il Dirigente della Polizia di Frontiera Rahmatullah Safai. I Talebani hanno rivendicato il lancio dei razzi, aggiungendo che l'obiettivo erano i militari della Forza di assistenza alla sicurezza della NATO, che nella provincia di Herat è sotto comando italiano. L'Aeroporto di Herat è usato dai militari dell'ISAF. I militari italiani stanno ancora conducendo i rilievi nell’area interessata dal lancio di razzi, per appurare l'entità dei danni. Una delle ipotesi attualmente al vaglio è quella che l’obiettivo del lancio di razzi sarebbe Camp Zafar, una base afgana adiacente all’Aeroporto di Herat. Anche in altre occasioni, infatti, gli attacchi hanno interessato quella stessa area e non hanno mai interessato direttamente il comando italiano, situato all’aeroporto. "Non hanno mai creato danni alle strutture italiane. L’impressione è che l’obiettivo possano essere altri", hanno riferito alcune fonti. Quello contro l'aeroporto di Herat è solo l'ultimo degli attacchi che interessano anche i militari italiani. Arriva in fatti all'indomani dell'attentato di Farah: un kamikaze si è fatto saltare in aria a un centinaio di metri di distanza da un convoglio di mezzi che stava attraversando la turbolenta provincia. Un militare italiano è rimasto lievemente contuso.

venerdì 16 novembre 2007

SVENTATO ATTENTATO IN LIBANO COME QUELLO DI NASSIRYA

Un attentato distruttivo quanto quello di Nassirya, era in preparazione da parte di una cellula di Al Qaeda contro la missione Unifil nel sud del Libano. Lo dice il quotidiano libanese Assa Fir: solo grazie all'arresto di alcuni membri dell'organizzazione terroristica ad opera delle forze di sicurezza di Beirut è stato possibile sventarlo ed evitarne altri. Lo stesso gruppo avrebbe anche progettato un piano per uccidere il capo delle milizie sciite Hezbollah, Hassan Nasrallah. Il commando eseguiva le istruzioni impartite dal numero due di Al Qaeda, Ayman al-Zawahiri, e intendeva provocare un conflitto tra le forze internazionali dell'Onu e gli Hezbollah sciiti. Nel covo del capo del gruppo, un libico, nella zona di Wadi al Ein, le forze di sicurezza hanno reperito 70 chilogrammi di un veleno (forse cianuro) un ingrediente base di miscele esplosive di grande potenza.

FALLITO ATTENTATO ALLE TRUPPE ITALIANE IN AFGHANISTAN

Un convoglio di soldati italiani della NATO in Afghanistan è sfuggito a un attacco suicida nell'ovest del Paese. Un militare è rimasto lievemente contuso. Solo il kamikaze è morto. Lo ha annunciato l'Esercito Afgano. Il soldato è stato "prontamente soccorso da un team medico, ha fatto sapere il comando militare italiano ad Arath e portato nella vicina città di Delaram, per essere trasferito in elicottero ad Arath". L'episodio è avvenuto poco dopo le ore 10 locali, a 15 chilometri a nord-ovest di Delaram, quando un convoglio logistico italiano che stava percorrendo la ring road è stato coinvolto in un'esplosione. Un veicolo VM protetto del Nucleo Bonifica Ordigni Esplosivi che stava scortando il convoglio è stato danneggiato e un militare è rimasto contuso. L'attentatore alla guida di un veicolo ha azionato la carica esplosiva ad un centinaio di metri dalle forze italiane nel distretto di Dalaram, nella provincia occidentale di Farah, alla frontiera con l'Iran. Il Generale Dayan Andarabi, Comandante dell'Esercito Afgano, ha detto che il convoglio ha proseguito sulla sua strada senza essere stato toccato dall'esplosione: "l'esplosione non ha causato nè vittime nè danni al convoglio della Nato, mentre l'attentatore è stato dilaniato", ha precisato.

NAPOLI RICORDA IL CAPORALMAGGIORE ROBERTO PETRUCCI

“Alla perenne memoria del Caporalmaggiore Pietro Petrucci che lasciò città di Napoli per la città di Nassirya inseguendo un sogno di Pace e di Libertà fra tutti i Popoli. La città riconoscente”. Queste semplici ma sentite parole saranno incise su una targa che il Presidente del Consiglio Comunale di Napoli, Dottor Leonardo Impegno, consegnerà lunedì mattina, con inizio alle ore 12:00, presso la Sala del Consiglio Comunale. La commemorazione, organizzata dal Vice Presidente dell’assise partenopea, il Consigliere di AN Vincenzo Moretto, si sarebbe dovuta svolgere già lo scorso 12 novembre, data in cui ricorreva il quarto anniversario della strage dei nostri soldati, ma fu rinviata perché il papà del Caporalmaggiore Petrucci, al pari degli altri familiari delle vittime, venne convocato a Roma, dove, alla presenza fra l’altro del Ministro della Difesa Parisi, nel parco Schuster è stata posta la prima pietra del Monumento a loro dedicato. La cerimonia di lunedì prossimo vedrà la partecipazione dei consiglieri comunali, del sindaco Rosa Iervolino Russo, del Generale di Brigata Marco Rossi, vertice del Comando Militare Esercito Campania e di un folto gruppo di personale militare. Il giovane Caporalmaggiore Pietro Petrucci, al quale il Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, ha intitolato un’aula dell’ ex CIAPI in Caserta, è nato a Napoli il 26 settembre 1981. Subito dopo aver conseguito il diploma di maturità in Ragioneria decise di arruolarsi nell’Esercito Italiano. Nel 2001 vinse il concorso in qualità di Volontario in Ferma Breve e, dopo l’addestramento formale presso l’85° Reggimento Addestramento Volontari di stanza a Verona, venne assegnato a Bologna presso il 6° Reggimento Trasporti Budrio. Con tale Reggimento parte in missione di peace-keeping in Iraq a Nassirya dove, purtroppo, il 12 novembre 2003 morì a seguito dell’attentato terroristico.

mercoledì 14 novembre 2007

L'AMMIRAGLIO DI PAOLO ELETTO PRESIDENTE DEL COMITATO MILITARE DELLA NATO

L’Ammiraglio Giampaolo Di Paola, Capo di Stato Maggiore della Difesa, è stato eletto questa mattina nuovo Chairman del Nato Military Committee (Presidente del Comitato Militare della NATO). L’Ammiraglio Di Paola, che succede nella carica al Generale delle Forze Aeree Canadesi Ray Henault, assumerà l’incarico nella estate del 2008. Insieme con Di Paola erano candidati il Generale Franciszek Gagor dell’Esercito Polacco e il Generale Felix Sanz Roldan dell’Esercito Spagnolo. Dal 1963, 15 sono gli Ufficiali che fino a oggi sono stati eletti alla presidenza del Comitato Militare: cinque tedeschi, tre britannici, due canadesi e due norvegesi, un belga, un olandese e un italiano (l’Ammiraglio Guido Venturoni dal 1999 al 2002).

martedì 13 novembre 2007

MORTO CASCO BLU FRANCESE IN LIBANO

Un Casco Blu francese dell'UNIFIL 2 ha perso la vita nel Libano Meridionale a causa di un incidente, occorsogli mentre stava scaricando l'arma di ordinanza: il soldato, ferito mortalmente, è deceduto durante il trasferimento in elicottero a un ospedale da campo. Lesioni non gravi ha riportato anche un suo commilitone. Lo ha riferito una portavoce della Forza Interinale delle Nazioni Unite, Yasmina Bouziane. Il Generale Claudio Graziano, Comandante in Capo del Contingente ONU, ha espresso le proprie condoglianze ai familiari della vittima. "La perdita della vita di uno dei nostri uomini mi rattrista profondamente", ha dichiarato Graziano. L'Italia, oltre a detenere da febbraio il comando dell'UNIFIL ampliata, è anche il Paese che le fornisce il maggior numero di soldati, seguita proprio dalla Francia.

4° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI NASSIRYA

In occasione della ricorrenza del quarto anniversario della strage di Nassirya, il Ministro della Difesa Arturo Parisi, accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giampaolo Di Paola, ha deposto una corona di alloro al Sacello del Milite Ignoto. Alla cerimonia hanno presenziato i Vertici delle Forze Armate ed una rappresentanza dei parenti delle vittime. Successivamente il Ministro Parisi, ha presenziato alla posa della prima pietra per il monumento “Foresta d’acciaio”, dedicato ai Caduti di Nassirya ed idealmente a tutti i Caduti in Iraq, che verrà realizzato nel Parco Schuster nei pressi della Basilica di S. Paolo fuori le mura.
Oltre ai famigliari dei Caduti, erano presenti il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli, il Presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, i rappresentanti della Regione Lazio e del Comune di Roma ed i Vertici delle Forze Armate.

lunedì 12 novembre 2007

IO NON DIMENTICO... E TU? 12 NOVEMBRE 2007: 4° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI NASSIRYA

I CADUTI
Tenente Massimiliano FICUCIELLO
Luogotenente Enzo FREGOSI
Aiutante Giovanni CAVALLARO
Aiutante Alfonso TRINCONE
Maresciallo Capo Alfio RAGAZZI
Maresciallo Capo Massimiliano BRUNO
Maresciallo Daniele GHIONE
Maresciallo Filippo MERLINO
Maresciallo Silvio OLLA
Vice Brigadiere Giuseppe COLETTA
Vice Brigadiere Ivan GHITTI
Appuntato Domenico INTRAVAIA
Carabiniere Scelto Horatio MAIORANA
Carabiniere Scelto Andrea FILIPPA
Caporal Maggiore Emanuele FERRARO
Caporale Alessandro CARRISI
Caporale Pietro PETRUCCI
Dottor Stefano ROLLA
Signor Marco BECI

giovedì 8 novembre 2007

PREMIO PER LA PACE AL GENERALE FIORAVANTI

Il comandante della Brigata Paracadutisti Folgore, il generale Maurizio Fioravanti, sarà insignito domenica prossima del Premio per la Pace nel corso della XXVª Giornata che si svolgera a Pistoia. Il riconoscimento va a premiare l’attività svolta dai paracadutisti nelle missioni di peacekeaping di questi anni ed in particolare per l’attività di Leonte 2 in Libano. I premi saranno conferiti anche al cardinale Claudio Hummes, al professor Alexander Stal’nov, all’Associazione Assistenza Spastici, all’Associazione Agata Smeralda, alla dottoressa Zang Xiaoming, alla fondazione Don Lorenzo Milani e a Maria Grasso Raciti, vedova del poliziotto ucciso allo stadio di Catania.La manifestazione prenderà avvio sabato sera nella cattedrale di San Zeno con un concerto e proseguirà domenica alla mattina e nel pomeriggio con le cerimonie per il Premio letterario La Pira e la consegna dei premi.

TREVISO: CADE ELICOTTERO USA

Un elicottero americano è caduto, per cause in corso di accertamento, nelle campagna trevigiana. Non si sa, al momento, se ci siano persone morte o ferite. L'elicottero era partito dalla base di Aviano. Il velivolo è caduto nei pressi di Santa Lucia di Piave, in una zona dove non ci sarebbero abitazioni. A bordo ci sarebbero state dieci persone. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno immediatamente spento l'incendio e portato in salvo con l'elicottero i feriti. L'elicottero è caduto a circa 200 metri dal ponte dell'autostrada A27 che, a titolo precauzionale, é stato chiusa. Il velivolo è riverso nel greto del Piave. Sul posto sono giunti per i soccorsi sette elicotteri, tra cui quelli del Suem e dei vigili del fuoco. La zona è presidiata dai carabinieri del Comando provinciale di Treviso, coordinati dal col. Paolo Nardone. l'elicottero "Blackhawk" americano era in volo addestrativo ed è caduto nei pressi di Santa Lucia di Piave (Treviso). Sul velivolo - secondo quanto riferito da fonti italiane - vi erano undici militari americani. Era decollato dalla base Usaf friulana intorno alle 11:30 e, al momento dell' incidente stava sorvolando gli argini del fiume Piave. Sul luogo dell' incidente stanno arrivando tecnici ed esperti dell'Aeronautica militare americana, accompagnati dai Carabinieri del Comando Provinciale di Pordenone. I militari statunitensi coinvolti nell'incidente dell'elicottero partito in volo di addestramento da Aviano (Pordenone) sono stati caricati sugli elicotteri dei soccorsi che poi sono atterrati sul ponte dell'autostrada A27 dove si trovano le ambulanze. I militari, secondo quanto si è appreso, sono stati portati nei nosocomi di Treviso e Conegliano, dove sono state attivate le procedure di soccorso del caso. Tutta la zona è presidiata dai carabinieri che impediscono ogni accesso all'area. Testimoni riferiscono di vedere il velivolo messo in obliquo e la coda alzata verso l'alto

L'AMMIRAGLIO DI PAOLA IN LIZZA COME CAPO DELLA NATO

Tre candidati si disputeranno mercoledì 14 novembre la poltrona di nuovo Capo del Comitato Militare della NATO, la più alta carica militare dell'Alleanza alla quale può aspirare un europeo: l'Italiano Giampaolo Di Paola, Ammiraglio; il Polacco Franciszek Gagor e lo Spagnolo Felix Sanz Roldan, entrambi Generali. "Il nuovo Capo del Comitato Militare sarà nominato mercoledì e rimpiazzerà l'attuale Presidente (il Canadese Ray Henault), al termine del suo mandato di tre anni", ha comunicato il Portavoce della NATO, James Appathurai, durante il consueto briefing settimanale con la stampa. Il Portavoce ha riferito i nomi in lizza, senza dare alcuna indicazione. L'elezione del nuovo Presidente del Comitato Militare spetta infatti ai Capi di Stato Maggiore dei 26 paesi membri riuniti nel Chiefs of Defense Staff, in cui è rappresentata anche la Francia. Il voto è segreto, pertanto le indicazioni arrivate dai singoli Stati membri potrebbero essere disattese nell'urna, e la nomina avviene a maggioranza.

9 NOVEMBRE: RICORDO DEI FATTI DELLA MELORIA

Domani, 9 Novembre 2007, saranno trascorsi 36 anni dalla tragedia della Meloria. Un C-130 britannico, decollato da Pisa poco prima, si inabissò all'alba con 46 Paracadutisti italiani, quasi tutti appartenenti alla leggendaria Compagnia Sesta Grifi, e 6 aviatori britannici.11 di loro non sono mai stati recuperati.Il C-130 era in formazione con altri 4 velivoli, per lanciare in Sardegna una task force impegnata nella Operazione Cold Stream. Alcuni giorni dopo l'inabissamento, perse la vita l'incursore Giannino Caria, che aveva speso tutte le energie durante le lunghe immersioni per il recupero dei Corpi.Una ferita sempre aperta e sempre sanguinante, quella che si è aperta quel giorno, con 46 Fratelli caduti senza avere mai avuto la certezza del motivo di un così repentino inabissamento.

mercoledì 7 novembre 2007

ATTERRATO LO SHUTTLE CON NESPOLI

Lo Shuttle Discovery con a bordo l'austronauta italiano Paolo Nespoli è atterrato puntualmente al Kennedy Space Center della NASA a Cape Canaveral, in Florida alle 18,58 ora italiana. "Siamo arrivati in anticipo, funziona meglio delle normali compagnie aeree», è stato il primo commento della Nasa non appena la navetta ha toccato terra. Si concludono così con un pieno successo le missioni STS-120 dello Shuttle e la Missione europera-italiana Esperia (ESA-ASI), finalizzata all'attracco alla Stazione Spaziale Internazionale del nodo 2, realizzato da Thales Alenia Space (Joint Venture Thales-Finmeccanica). Grazie a questa mssione la Stazione spaziale Internazionale (ISS) è diventata più grande ed è ora più vicina alla configurazione definitiva. Nella storia dei 120 voli dello Shuttle, la navetta americana è atterrata per 66 volte nel Kennedy Space Center.

martedì 6 novembre 2007

RECENSIONE "IN PACE E IN GUERRA" DI ENRICO MANNUCCI

I mezzi d'informazione propongono quotidianamente scenari di guerra, convenzionale e non, che richiedono l'utilizzo di forze speciali e quelle di più vasto impiego. Questo libro presenta un quadro completo dei reparti destinati a intervenire con varie funzioni nei diversi teatri di operazione che la cronaca propone. L'autore ne descrive la storia e l'evoluzione nel tempo, la struttura e l'organizzazione, i particolari compiti operativi nei quali ciascuno viene impiegato, l'addestramento, le armi, le attrezzature, oltre agli episodi più significativi o particolarmente drammatici in cui essi sono stati coinvolti, dalla Bosnia al Kosovo, fino a Nassiriya.
Enrico Mannucci è nato a Firenze ed ha cominciato l'attività di giornalista a "Paese Sera". Ha poi scritto per "La Nazione", "Il Tirreno", "L'Europeo" e "Panorma". Collaborara al "Corriere della Sera" ed è autore di due biografie su Tommaso Besozzi ed Emilio Pucci.

RECENSIONE "NASSIRIYA LA VERA STORIA" DI LAO PETRILLI E VINCENZO SINAPI

Iraq, Antica Babilonia: la più discussa, la più impegnativa, la più cruenta missione italiana all'estero. Per tre anni e mezzo due inviati di guerra hanno raccolto informazioni da ogni fonte possibile, le hanno incrociate, verificate, discusse, mai soddisfatti della verità ufficiale o della versione più ovvia. Per tre anni e mezzo hanno accumulato notizie, documenti, testimonianze, dati e foto, sfidando diffidenze, silenzi, opacità, riserve. E il risultato è questo: molto, anzi quasi tutto è inedito in questo libro, il primo scritto a operazione conclusa. Un uomo ucciso senza che si dicesse in giro; un'ambulanza saltata in aria davanti alle linee degli italiani; le battaglie combattute e quelle soltanto sfiorate; i blitz pianificati per catturare terroristi sospetti; la crisi di Al Bathà, che ha rischiato di mandare tutto all'aria; gli attentati che hanno scandito la vita dei nostri soldati, dalla bomba che ne piegò le certezze ai razzi contro le basi del Dhi Qar; e ancora: le missioni segrete degli aerei spia, gli arsenali sequestrati, le mille insidie del redeployment, la ricostruzione, le odissee dei bambini malati portati in Italia. Insomma, tutto quello che non abbiamo letto (o abbiamo saputo solo in parte) nel racconto di chi era là, per capire, per testimoniare.
Lao Petrilli è nato a Roma nel 1971 e lavora dal 1994 a Radio Dimensione Suono. Ha seguito da invato le crisi nei Balcani, in Afghanistan e in Iraq. Collaboratore dell'ANSA, de "La Stampa", "Il Riformista" e "Il tempo" è autore del libro "Embedded, a caccia di terroristi con i Marines".
Vincenzo Sinapo è nato nel 1963 ed è giornalista presso l'ANSA. Ha seguito i militari italiani a Timor Est, nei Balcani, in Afghanistan e in Iraq, dove si è recato ben quindici volte, durante lo svolgimento di Antica Babilonia.

RECENSIONE "PEACE-KEEPING, PACE O GUERRA" DI BRUNO LOI

L'Italia è impegnata in missioni definite di pace, nell'ambito di coalizioni internazionali che tuttavia comportano l'uso delle armi e hanno registrato momenti anche duri di combattimento, benché l'attività italiana abbia sempre privilegiato l'aspetto umanitario, la diplomazia e i buoni rapporti con la popolazione. Durante l'Operazione Restore Hope in Somalia nel 1992, il contingente italiano svolse un ruolo fondamentale, iniziando l'opera di disarmo e di ricostruzione del tessuto amministrativo del paese. Il Generale Bruno Loi, Comandante della Missione Ibis, descrive in questo volume premesse, svolgimento e epilogo dell'intera vicenda, illuminandone aspetti rimasti fino a ora coperti da riserbo.
Bruno Loi è laureato in scienze strategiche. Ha lasciato l'Esercito dopo 44 anni di servizio con il grado di Tenente Generale. Ha frequentato l'Accademia Militare, la Scuola di Guerra Italiana e il Centro Alti Studi della Difesa. E' stato addetto militare e per la Difesa presso l'Ambasciata d'Italia a Parigi. Ha partecipato alle operazioni fuori area in Libano (1983), quale Comandante del Battaglione Paracadutisti di ITALCON, e in Somalia (1992-1993), quale Comanadante della Folgore e del Contingente Italiano. E' decorato di Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia.

RECENSIONE "NASSIRIYA" DI PINO AGNETTI

"Nassiriya" è il primo libro dedicato alla spedizione tricolore in Iraq. Fondendo in modo originale lo stile del reportage con quello del pamphlet, l'Autore affronta uno dopo l'altro i nodi principali dell'impegno italiano nel terribile dopoguerra iracheno: il carattere e lo scopo della missione, il comportamento sul campo dei nostri militari anche nelle situazioni di maggioe pericolo, il loro rapporto con la popolazione locale, la reazione dell'opinione pubblica italiana davanti al dramma dei nostri caduti e dei nostri connazionali sequestrati, gli ostacoli che ancora si frappongono alla definitiva rinascita dell'antica "Terra dei due fiumi". Il risultato è un racconto teso, emozionante, senza sconti per nessuno, mai tentato dalle sabbie mobili della retorica. E, ciò che più conta, con i piedi ben piantati sulla prima linea della guerra più difficile del nostro tempo: la guerra della pace e contro il Terrore. Emerge così nettamente la critica verso un tipo di informazione sempre più ideologizzata e militante. E contro il ricorrente autolesionismo di un Paese capace di reagire con straordinario slancio alle prove più dolorose, ma un attimo dopo pronto a paccarsi nuovamente offrendo così il fianco al nemico mortale che ci osserva nell'ombra.
Pino Agnetti è nato a Parma. Giornalista e scrittore, è l'unico reporter che ha seguito sul campo tutte le principali missioni italiane all'estero dell'ultimo decennio. Narratore anche per immagini, sua l'esposizione fotografica "Orizzonti di pace" tenutasi a Montecitorio, è editorialista di politica estera della "Gazzetta di Parma".

AFGHANISTAN, DISTRETTO DI FARAH: I TALEBANI ALL'ATTACCO

"Khaki Safed è caduto senza alcuna resistenza da parte delle forze afghane", ha dichiarato alla Reuters un componente del Consiglio Provinciale di Farah, Qadir Daqiq. La notizia è stata confermata dalla Polizia che ha rilevato la presenza di combattenti stranieri tra le fila talebane mentre fonti locali hanno riferito ieri sera che i talebani si sarebbero ritirati dal distretto dopo l'arrivo di una colonna di truppe afghane e alleate. Continuano invece a tacere le fonti italiane, a Roma come a Herat, benché l'offensiva talebana sia la più intensa mai registrata nel settore Ovest con almeno 700 guerriglieri mobilitati, forze superiori a quelle che la NATO e il Governo Afgano schierano a Farah. Proprio il ruolo delle forze italiane sembra essere al centro di polemiche per il blando supporto fornito agli Agenti di Polizia e alle truppe del 207° Corpo dell'Esercito, impegnati in prima linea ma dotati di armi ed equipaggiamenti troppo leggeri. Maolavi Yahya, Governatore del vicino Distretto di Delaram, ha riferito le lamentele per lo scarso coinvolgimento delle truppe alleate: "Gli abitanti sono risentiti perché le forze straniere non assistono le truppe afgane per riconquistare i distretti".

IL 4 NOVEMBRE NEI TEATRI OPERATIVI

Kosovo

Nel piazzale delle cerimonie della base militare italiana di Villaggio Italia, il Generale di Brigata Nicolò Falsaperna ha ricordato, assieme a tutte le rappresentanze delle Forze Armate presenti in Kosovo, la giornata delle Forze Armate. Il 4 novembre è il giorno del ricordo della vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale e lo scopo è quello di non dimenticare il sacrificio dei quasi settecentomila giovani soldati morti per la nostra Patria. Anche quest'anno il Comandante della Brigata Multinazionale Ovest, Generale di Brigata Falsaperna, ha deposto una corona di alloro al monumento dedicato ai Caduti sito nel Piazzale delle Bandiere di Villaggio Italia.
Bosnia-Erzegovina
In occasione della giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, i militari italiani in Bosnia Erzegovina hanno reso omaggio ai caduti di tutte le guerre. Con una cerimonia semplice nella forma, ma sentita da tutti i partecipanti, il Rappresentante militare in Bosnia Eezegovina, Generale di Brigata dell'Esercito Sebastiano Ottavio Giangravè, unitamente al Comandante della EU Police Mission, Generale di Brigata dei Carabinieri Vincenzo Coppola, dopo la resa degli onori con un Picchetto schierato per l'occasione, hanno deposto due corone d'alloro ai Monumenti dei Caduti dell'Esercito e dei Carabinieri in territorio bosniaco durante le operazioni di pace.La cerimonia è proseguita con la celebrazione della Santa Messa officiata dal Cappellano Militare, don Rino Dipaola, che ha poi recitato la preghiera della Patria. Al termine è stata data lettura dei messaggi augurali pervenuti dalle Superiori Autorità politiche e militari italiane.
Afghanistan-Kabul
Si è svolta, presso Camp Invicta, base del Contingente italiano a Kabul, la celebrazione della Festa delle Forze Armate italiane.Dopo l'alzabandiera e la celebrazione della Santa Messa in onore di tutti i Caduti, il Colonnello de Fonzo, Comandante di ITALFOR XVI, ha rievocato le fasi belliche decisive occorse nel quarto anno del primo conflitto mondiale di fronte ai Reparti del contingente schierati in armi e alle Bandiere di Guerra del 5° Reggimento Alpini e del 9° Stormo Francesco Baracca dell'Aeronautica Militare. A conclusione della cerimonia, dopo la deposizione di una corona in ricordo dei Caduti, gli ospiti intervenuti hanno assistito alla mostra dei principali mezzi, armi ed equipaggiamenti in dotazione alle unità del Contingente impegnato in Afghanistan.Alla cerimonia hanno presenziato l'Ambasciatore d'Italia presso la Repubblica Islamica di Afghanistan, Ettore Sequi, il Generale turco Kasim Erdem, Comandante del Comando Regionale della Capitale , l'Italian Senior Rappresentative, Generale di Divisione Giorgio Battisti, l'Addetto per la Difesa, Generale Federico D'Apuzzo, rappresentative straniere di forze armate appartenenti ad ISAF e all'esercito afgano.
Afghanistan-Herat
Il contingente italiano in Herat ha ieri festeggiato la ricorrenza del 4 novembre con una cerimonia in Camp Arena, sede del Regional Command West a guida italiana, a cui hanno partecipato anche le principali autorità afgane locali ed un gruppo di studenti dell'università di Herat. La cerimonia ha avuto inizio con l'alzabandiera a Contingente riunito seguito dalla lettura da parte del Comandante del Regional Command West dei messaggi inviati dal Presidente della Repubblica e dal Ministro della Difesa a tutte le Forze Armate. A metà mattinata, dopo la Santa Messa celebrata per l'occasione in Piazza Italia, sono affluite le autorità civili e militari locali, tra le quali il Governatore di Herat, il Sindaco ed il Comandante del 207° Corpo d'Armata afgano ed è iniziata la parte più significativa della cerimonia. A fare da cornice una mostra statica dei veicoli italiani impiegati nella missione ISAF. Dopo l'afflusso del contingente italiano, formato da una rappresentanza di tutte le Task Force presenti ad Herat e l'ingresso del personale del Provincial Reconstruction Team italiano proveniente dal 152° Reggimento della Brigata Sassari con alla sua testa la Bandiera di Guerra del Reggimento, il Comandante del Regional Command West , accompagnato dal Comandante spagnolo della Forward Support Base, ha deposto una corona d'alloro sul monumento ai caduti posto alla base delle Bandiere di tutte le Nazioni presenti all'interno del Regional Command West compresa quella afgana.

ATTIVITA' DELLA MARINA MILITARE ITALIANA

Il Cacciamine Sapri in addestramento nel Mar Mediterraneo Orientale
Il Cacciamine Sapri è impegnato nell’esercitazione Turkish Minex, in svolgimento fino al prossimo 8 novembre nelle acque prospicienti il porto di Cannakale (Turchia). Dallo scorso 28 agosto il Sapri, appartenente alla 53° Squadriglia Cacciamine del Comando di Forze Contromisure Mine, è inserito nella Standing NATO Maritime Counter Mines Group 2. La Standing NATO Maritime Counter Mines Group 2 è una delle due Forze Navali permanentemente attivate in Mediterraneo dalla Nato, ed ha lo scopo di costituire un nucleo di pronto impiego per la bonifica dei porti e dei choke points di interesse dell’Alleanza Atlantica. La Forza al Comando del Commodoro Spagnolo Antonio Martorell è costituita da quattro Unità Cacciamine (HS Kallisto, TGC Amasra, SPS Duero, ITS Sapri) ed una Nave Appoggio (SPS Diana). Il Cacciamine Sapri resterà integrato nel gruppo navale NATO fino alla fine dell’anno.


Parte l'Esercitazione Bright Star 2007
E’ iniziata sabato scorso l’edizione 2007 della Bright Star, l’esercitazione internazionale a carattere interforze e multinazionale in corso di svolgimento in Egitto fino al prossimo 19 novembre. Stati Uniti, Egitto, Spagna, Germania, Francia, Grecia, Gran Bretagna, Kuwait, Giordania, Olanda, Pakistan, Arabia Saudita, Turchia, Yemen e Italia sono la nazioni interessate all’evento e che si addestreranno insieme fino al prossimo 19 novembre, data programmata per la fine delle attività. La Marina partecipa con il Pattugliatore di Squadra Aviere, un elicottero AB212 ed una Squadra del Reggimento San Marco.
La Fregata Aliseo nel Mar Rosso
Continua l’impegno della Fregata Aliseo in Mar Rosso insieme alle altre unità navali dello Standing NATO Maritime Group 2. La Fregata sta operando dallo scorso 23 agosto con il gruppo navale internazionale e, dopo un primo periodo in Mediterraneo Orientale, ha transitato nel canale di Suez per dirigere nel Mar Rosso e nel Golfo di Aqaba. Gli equipaggi possono così addestrarsi, lavorare in mare insieme ai colleghi delle marine rivierasche ed approfondire le conoscenze reciproche. Le città di Eilat (Israele) ed Aqaba (Giordania) hanno già interessato il gruppo navale che ha sostato in porto per alcuni giorni. Le navi resteranno nella zona fino alla fine del mese per poi rientrare in Mediterraneo. La Fregata Aliseo, al comando del Capitano di Fregata Mario Mattesi, dispone di un equipaggio di 224 militari, comprensivo di aliquota del Reggimento San Marco e della componente elicotteristica imbarcata.

lunedì 5 novembre 2007

RECENSIONE "GLI ANGELI DI NASSIRIYA" DI ROSITA ORZA PALAZZO

Il 12 novembre 2003, intorno alle 10:40 locali (le 08:40 in Italia), un camion lanciato a tutta velocità ha forzato il posto di blocco dell'entrata del Comando Carabinieri MSU a Nassirya, in Iraq, aprendo la strada a un'auto blindata e imbottita di esplosivo. I militari italiani di guardia al cancello hanno aperto il fuoco contro gli intrusi, ma senza riuscire a bloccarli, e l'auto ha proseguito la sua folle corsa verso la palazzina di tre piani che ospitava il Dipartimento Logistico della base, dove è esplosa. Trecento chili di tritolo hanno squarciato la struttura, scavando un enorme cratere antistante l'edificio. Sono morti diciannove Italiani, tra cui dodici Carabinieri, cinque Soldati dell'Esercito e due civili. Con una scrittura spontanea ed appassionata, che segue il flusso delle emozioni, l'Autrice, "arruolatasi" nell'Arma trentacinque anni fa sponsando il Generale di Corpo d'Armata Sabato Palazzo, rievoca la strage di Nassirya e ricostruisce i profili privati e familiari dei diciannova Caduti, le motivazioni e gli ideali che li hanno portati in una terra lontana a svolgere una missione di pace, i sentimenti dei cittadini italiani dopo l'attentato.
Rosita Orza Palazzo è nata a San Marzano sul Sarno in provincia di Salerno. Laureatasi in filososia nel 1966, ha dedicato la vita all'insegnamento nelle scuole medie inferiori e superiori. Dopo la tragedia di Nassirya, ha scritto il brano "Angeli del cielo" musicato per il 190° Anniversario della fondazione dell'Arma dei Carabinieri (5 giugno 2004).

domenica 4 novembre 2007

RECENSIONE "PROFESSIONE PEACEKEEPER" DI ANDREA ANGELI

La vita in prima linea di un Funzionario delle Nazioni Unite che attraversa alcune tra le più gravi crisi mondiali. Lo spaccato di un mestiere nuovo, che riserva sollecitazioni, imprevisti e avventure di ogni tipo. Una testimonianza diretta di quello che comporta l'impegno del Portavoce di missioni impossibili. Aneddoti e riflessioni di un osservatore privilegiato sulla vita dei Caschi Blu, dall'America Latina alla Namibia, dal Sud-Est Asiatico ai Balcani e all'Iraq. Episodi registrati da giornali e televisioni riemergono a tuttotondo dalla penna di chi più di altri è stato al fianco dei soldati di pace italiani.
Andrea Angeli ha fatto parte dei Contingenti di Caschi Blu in Namibia, Cambogia ed Ex Jugoslavia, dove è rimasto per dieci anni consecutivi. Con le Nazioni Unite ha prestato servizio anche a Santiago del Cile, Baghdad e New York. Dall'ottobre 2003, per nove mesi, è stato Portavoce dell'Autorità di Coalizione a Nassirya.

RECENSIONE "NASSIRIYA" DI COSIMO VISCONTI

Il camion carico di esplosivo si scaraventa sulla base italiana. Lo spostamento d'aria colpisce Cosimo Visconti in pieno torace. Si rialza, e tenendo srette a sè le parti del corpo straziate, vede i compagni in un lago di sangue, la caserma devastata, la gente che urla e corre, ma resiste. Questo diario non è solo il racconto della Missione Antica Babilonia o del dopo Saddam, è la memoria delle 28 persone, diaciannove Italiani e nove Iracheni che a Nassirya hanno perso sogni, speranze e la vita. Con un braccio miracolosamente ricucito, un proiettile nel torace, profonde cicatrici sul corpo e nell'anima, la vita del Brigadiere Cosimo continua. Ma non è più la stessa. Qualcosa di lui, e di noi tutti, è ancora a Nassirya.
Cosimo Visconti nasce a Sant'Agata dei Goti nel 1962. Si arruola nei Carabinieri nel 1979. Assegnato a Roma nel 1980, nel 1983 passa al Nucleo Tribunale e Traduzioni e Servizi Magistratura. Nel 1990 alla Sezione di Polizia Giudiziaria del Tribunale di Roma, nel 1994 al Nucleo Radiomobile e nel 2003 al Nucleo Scorte. Partecipa alle missioni in Bosnia, Albania e Iraq. Congedato il 5 aprile 2005, è insignito della Croce d'Onore per le ferite riportate il 12 novembre 2003 a Nassirya.

MESSAGIO DEL MINISTRO PARISI IN OCCASIONE DEL 4 NOVEMBRE

Il Ministro della Difesa, On. Prof. Arturo Parisi, in occasione del giorno dell'unità nazionale e giornata delle Forze Armate, ha inviato alle Forze Armate il seguente messaggio: "Soldati, Marinai, Avieri, Carabinieri, personale civile della Difesa, quasi novant'anni ci separano dal 4 novembre 1918, anniversario dell'armistizio di Villa Giusti e della vittoriosa conclusione della Grande Guerra che portò a compimento l'unità della Patria. L'Italia, coinvolta in un conflitto durissimo e drammatico, superò la più grande prova della sua storia, dimostrando coesione e tenacia anche nei momenti più tragici. La concordia tra combattenti e popolo sull'idea di Patria resse l'urto violento, superò momenti terribili e stupì il mondo intero con gli immani sacrifici delle trincee, sul Grappa, sul Pasubio, sul Carso. Con pari capacità si batterono in ardimentose azioni tutte le unità della Marina e gli uomini della nascente Aeronautica militare nei primi audaci e cavallereschi duelli aerei.Sul Piave fu fermata un'offensiva nemica che sembrava inarrestabile. Tutto il popolo si strinse intorno alle Forze Armate, nacque e si radicò un sentimento di patriottismo e consapevolezza dei valori nazionali, da allora divenuto patrimonio della Nazione.Quella guerra costò all'Italia un numero spaventoso di vittime, fra caduti in battaglia, deceduti in prigionia e dispersi. Furono anni di sacrificio, dolore, lutto, non solo per i combattenti ma anche per l'intera popolazione. Ma furono anche momenti di abnegazione, speranza, valore, simboleggiati da due nomi: Caporetto e Vittorio Veneto. Con Caporetto l'Italia imparò a sopportare le difficoltà di una battaglia persa, con Vittorio Veneto seppe dimostrare le capacità di rinascita e, con la vittoria finale, acquisì definitivamente lo status di grande nazione dell'Occidente.Rinnoviamo oggi sentimenti di ammirazione e gratitudine ai combattenti di allora, rivolgiamo un riconoscente ricordo ai Caduti, a quanti soffrirono per le ferite, le mutilazioni, gli stenti, la prigionia.Guardiamo con rispetto e pietà ai Caduti della parte allora avversa, figli di popoli con i quali oggi costruiamo l'Unione Europea, destinata ad annullare antiche divisioni e a perseguire le vie della pace, della concordia, della giustizia. Soldati, Marinai, Avieri, Carabinieri, personale civile della Difesa, siate orgogliosi di appartenere ad un'unica grande famiglia di uomini e donne coraggiosi, competenti, decisi, che si mette a disposizione dell'interesse collettivo per difendere e tutelare il bene primario ed essenziale della sicurezza, in Patria e nel mondo.L'Italia è certa di poter contare sempre su di voi e vi esorta ad affrontare i vostri compiti con immutata dedizione, capacità e umanità. Siate consapevoli dell'affetto e della fiducia unanime degli italiani, continuate a servire la Patria con convinzione e impegno, guardando all'esempio dei combattenti della Grande Guerra e di tutti gli altri protagonisti delle nostre luminose tradizioni militari".

IL MINISTRO PARISI ALLE CELEBRAZIONI DEL 4 NOVEMBRE

Il Ministro della Difesa, Arturo Parisi, in occasione della celebrazione del “Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate”, è stato accolto all’Altare della Patria dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giampaolo Di Paola, ed ha accompagnato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha deposto una corona di alloro al Sacello del Milite Ignoto. Gli onori militari sono stati resi da un battaglione di formazione con Bandiera del 1° reggimento Granatieri di Sardegna e Banda dell’Esercito. Alla cerimonia hanno presenziato Autorità istituzionali, politiche, civili, religiose ed i Capi di Stato Maggiore dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, i Comandanti Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il Segretario Generale della Difesa ed il Comandante Militare della Capitale. La Pattuglia Acrobatica Nazionale ha sorvolato l’Altare della Patria nel corso della cerimonia.

RECENSIONE "OMICIDIO A MOGADISCIO" DI DARIO PALADINI

Il 9 luglio 1989, un somalo spara un colpo al cuore di Monsignor Salvatore Colombo, Vescovo di Mogadiscio che, in poche ore, lascia questa vita. Molte sono le piste seguite per trovare le ragioni dell'omicidio, ma nulla si è concluso, neanche oggi, a distanza di diciotto anni. C'è un aspetto dell'operato del Vescovo che fa riflettere, il meno noto: i suoi tentativi di scongiurare una guerra civile che covava da tempo, come la brace sotto la cenere. Il celebrnte al funerale ha rivelato: "In uno dei nostri ultmi colloqui aveva manifestato un desiderio che gli stava particolaramente a cuore: collaborare ancora più incisivamente per la giustizia e la pace del popolo somalo. Forse, proprio per questo ha dato la vita". Monsignor Colombo era l'emblema di una nuova presenza cristiana in Somalia, un Paese al 99% musulmano. Era il simbolo di una Chiesa che sceglie di farsi conoscere per le opere caritative, per il servizio ai Somali. La sua opera, però, non è cessata con la sua morte, ma prosegue attraverso le mani e i volti delle Missionarie della Consolata, le uniche religiose presenti in Somalia, e di Monsignor Giorgio Bertin, Amministratore Apostolico di Mogadiscio, come raccontano le pagine di questo libro.
Dario Paladini, autore del libro, è nato a Milano 38 anni fa. Pubblicista, si occupa di temi internazionali e missionari. Ha curato, assieme ad altri autori, pubblicazioni dedicate alla pace e al volontariato. Lavora al Centro Documentazione Mondialità dell'Arcidiocesi di Milano, collabora con le testate giornalistiche della Diocesi e con la rivista "Missionarie francescane".

RECENSIONE "MISSIONE IN AFGHANISTAN" DI EDOARDO CRAINZ

Nel 2002, in base agli accordi internazionali, il Parlamento Italiano autorizzava la partecipazione di un Contingente di 1100 soldati alle operazioni contro il terrorismo in Afghanistan. Alla missione denominata Nibbio 2, e durata dal maggio al settembre 2003, ha preso parte il 187° Reggimento Paracadutisti della Brigata Folgore, rischierato nella provincia orientale di Paktia. L'autore, in qualità di Ufficiale Medico, ha partecipato alle attività del Reparto, operando in condizioni particolarmente difficili. Questo è il suo diario giornaliero nel quale descrive ciò che ha provato prestando servizio in quei lontani territori senza mai dimenticare di essere anche un medico, e quindi senza distogliere lo sguardo dalla realtà. Emergono, fra l'altro, scampoli di naja giudicati con la severità di chi non può concepire, e giustificare, carenze del sistema, cadute di tensione morale e altro. Allora la critica si fa spietata, e i giudizi affilati come bisturi, secondo la migliore tradizione dei Paracadutisti.
Edoardo Crainz, nato a Treviso nel 1974, laureato in medicina all'Università di Novara nel 1999, ottiene la specializzazione a Siena, dove vive e lavora occupandosi di traumatologia e chirurgia della mano. Nel 2003 viene arruolato come Ufficiale Medico nel 187° Reggimento Paracadutisti Folgore, si brevetta Paracadutista Militare e partecipa a due missioni, in Afghanistan, nel 2003, e in Iraq, nel 2005.

IL PRESIDENTE NAPOLITANO CONSEGNA LE INSEGNE DELL'ORDINE MILITARE D'ITALIA DELL'ANNO 2007

Si è svolta, questa mattina al Palazzo del Quirinale, la cerimonia di consegna delle decorazioni dell'Ordine Militare d'Italia, conferite nell'anno 2007, nel corso della quale è intervenuto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo che aveva preso la parola il Ministro della Difesa, on. Arturo Parisi, Cancelliere dell'Ordine Militare d'Italia. Erano presenti il Presidente della Corte Costituzionale, prof. Franco Bile, il Vice Presidente del Senato della Repubblica, sen. Mario Baccini, il Segretario di Presidenza della Camera dei Deputati, on. Renzo Lusetti, il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro per i beni e le attività culturali, on. Francesco Rutelli, il Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, on. Roberta Pinotti, il Capo di Stato Maggiore delle Difesa, amm. Giampaolo Di Paola, il Consiglio dell'Ordine Militare d'Italia, e autorità civili, religiose e militari. La cerimonia si è conclusa con la consegna, da parte del Capo dello Stato, delle decorazioni dell'Ordine agli insigniti:
- Generale di Corpo d'Armata Mauro del Vecchio (Croce di Commendatore);
- Generale di Corpo d'Armata Giuseppe Valotto (Croce di Ufficiale);
- Ammiralio di Divisione Giuseppe De Giorgi (Croce di Ufficiale);
- Generale di Corpo d'Armata Pietro Pistolese (Croce di Cavaliere);
- Generale di Divisione Claudio Graziano (Croce di Cavaliere);
- Generale di Divisione Pietro Costantino (Croce di Cavaliere);
- Generale di Divisione Danilo Errico (Croce di Cavaliere);
- Generale di Brigata Giuseppe Santangelo (Croce di Cavaliere);
- Generale di Brigata Roberto Ranucci (Croce di Cavaliere);
- Genrale di Brigata Carmine De Pascale (Croce di Cavaliere);
- Colonnello Giovanni Truglio (Croce di Cavaliere);
- Capitano Vittorio Stingo (Croce di Cavaliere)
- Bandiera di Guerra del Reparto Mobile di Supporto dell'Aeronautica Militare (Croce di Cavaliere).
Queste le motivazioni delle onorificenze concesse:
Generale di Corpo d'Armata Mauro Del Vecchio, Commendatore. Comandante delle Forze NATO in Afghanistan nell'ambito dell'Operazione ISAF VIII operava brillantemente in un contesto operativo e ambientale caratterizzato da forte instabilità, accesi contrasti etnico-tribali ed elevato rischio terroristico. La sua intelligente e attenta azione di comando permetteva la riuscita delle difficili e complesse operazioni militari, garantendo, in particolare, il buon esito delle prime elezioni parlamentari svolte in territorio afgano dopo decenni di instabilità e conflittualità. Ufficiale Generale di elevato spessore professionale che con il suo operato, grazie anche alla consolidata esperienza in campo internazionale, permetteva il conseguimento di risultati di altissimo livello contribuendo in maniera determinante ad accrescere significativamente il lustro e il prestigio delle Forze Armate e dell'Italia.
Kabul, Afghanistan, 4 agosto 2005-4 maggio 2006
Generale di Corpo d'Armata Giuseppe Valotto, Ufficiale. Comandante del Contingente Internazionale in Kosovo impegnato nell'Operazione Joint Enterprise, operava con instancabile tenacia, forte determinazione e chiarezza di obiettivi, sviluppando difficili operazioni interalleate e molteplici attività umanitarie. In stretta aderenza al delicato mandato ricevuto, portava a compimento l'importante incarico affidatogli, anche attraverso delicati incontri politico-militari che mettevano in risalto significative capacità diplomatiche e di comando. Ufficiale Generale che con il suo operato altamente meritorio ed i brillanti risultati conseguiti ha ricevuto il plauso della comunità internazionale dando grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Pristina, Kosovo, 1° settembre 2005-1° settembre 2006
Ammiraglio di Divisione Giuseppe De Giorgi, Ufficiale. Comandante delle Forze d'Altura e Comandante dell'Italian Maritime Force, impegnate nelle acque libanesi nell'ambito dell'Operazione Leonte, assumeva la direzione delle attività di coordinamento di controllo di tutte le componenti navali e terrestri, pervenendo in brevissimo tempo alla completa padronanza della situazione, nonostante le difficili condizioni ambientali ed operative. I brillanti risultati conseguiti, ampiamente riconosciuti dalle autorità internazionali, hanno consolidato il ruolo assunto dall'Italia nel teatro operativo, gli hanno assicurato il plauso delle organizzazioni coinvolte nell'area di crisi e hanno dato lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Acque del Libano, 28 agosto 2006-19 ottobre 2006
Generale di Corpo d'Armata Pietro Pistolese, Cavaliere. Ufficiale Generale più volte impiegato nel teatro medio-orientale, operava con straordinaria professionalità ed eccezionale senso del dovere nell'ambito delle Missioni Temporary International Presence Uno e Due (TIPH I e TIPH II), in Hebron e quale capo missione EU Border Assistance in Rafah (Palestina), contribuendo in maniera determinante al ripristino dell'ordine e della pace in territori segnati da decenni di conflittualità. I brillanti risultati conseguiti hanno suscitato unanime plauso e consenso da parte dei rappresentanti degli organismi internazionali presenti, esaltando il prestigio dell'Italia e delle sue Forze Armate.
Hebron, Cisgiordania) dicembre 1995-gennaio 1996; gennaio 1997-agosto 1997; Rafah, Palestina, novembre 2005-febbraio 2007
Generale di Divisione Claudio Graziano, Cavaliere. Comandante del Contingente Nazionale a Kabul e della Brigata Multinazionale Kabul, impegnato nella International Security and Assistance Force in Afghanistan, operava con elevatissima professionalità, incondizionato impegno ed altissimo senso del dovere in un difficile contesto ambientale ed operativo. La sua limpida ed efficace azione di comando ed i risultati di altissima valenza operativa conseguiti permettevano di raggiungere completamente i molteplici e delicati compiti affidati alla grande unità alle sue dipendenze. Ufficiale Generale che, grazie al suo encomiabile operato ed ai brillanti risultati conseguiti, ha meritato il plauso della comunità internazionale, assicurando grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Kabul, Afghanistan, 20 luglio 2005-6 febbraio 2006
Generale di Divisione Pietro Costantino, Cavaliere. Comandante del Contingente Nazionale e della Joint Task Force, impegnato nell'Operazione Antica Babilonia in Iraq, operava con elevatissima professionalità, incondizionato impegno ed efficace concretezza in una situazione ambientale ed operativa caratterizzata da elevato rischio. Grazie ai risultati conseguiti e alla spiccata professionalità dimostrata nelle attività di contrasto al terrorismo e nell'azione di supporto agli aiuti umanitari, riscuoteva il pieno consenso e considerazione da parte delle autorità e dei rappresentanti civili e religiosi della popolazione locale. Ufficiale Generale che, grazie ad una brillante ed incisiva azione di comando, ha dato grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Nassirya, Iraq, 21 aprile 2005-6 settembre 2005
Generale di Divisione Danilo Errico, Cavaliere. Comandante del Contingente Nazionale in Herat e Comandante Regionale Ovest, operava con instancabile tenacia, ferrea determinazione ed eccezionale chiarezza di obiettivi e di metodo, in un contesto contrassegnato da grandi difficoltà ambientali e operative. Grazie alla sua capacità di comando, alla spiccata iniziativa e alla elevata competenza professionale, riscuoteva pieno consenso e considerazione da parte delle autorità e dei rappresentanti civili e religiosi della popolazione locale. Ufficiale Generale che, grazie ad una brillante ed incisiva azione di comando, ha dato grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate. Herat, Afghanistan, 11 febbraio 2006-15 ottobre 2006
Generale di Brigata Giuseppe Santangelo, Cavaliere. Primo Comandante del Contingente Nazionale in Herat e Coordinatore dell'Area Regionale Ovest dell'Afghanistan nell'ambito della International Security and Assistance Force, operava con indiscussa professionalità ed elevatissima capacità organizzativa in un contesto caratterizzato da una difficile situazione socio-politica e da forti tensioni etnico-tribali. I brillanti risultati conseguiti e l'efficacia del suo operato venivano unanimemente riconosciuti dalle autorità e dai rappresentanti civili e religiosi della popolazione laocale. Ufficiale Generale che, grazie ad una brillante ed incisiva azione di comando, ha dato grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Herat, Afghanistan, 27 aprile 2005-22 agosto 2005
Generale di Brigata Roberto Ranucci, Cavaliere. Comandante del Contingente Nazionale e della Joint Task Force, impegnato nell'Operazione Antica Babilonia in Iraq, operava con elevatissima professionalità, incondizionato impegno ed efficace concretezza in una situazione ambientale ed operativa caratterizzata da elevato rischio. Grazie ai risultati conseguiti e alla spiccata professionalità dimostrata nelle attività di contrasto al terrorismo e nell'azione di supporto agli aiuti umanitari, riscuoteva il pieno consenso e considerazione da parte delle autorità e dei rappresentanti civili e religiosi della popolazione locale. Ufficiale Generale che, grazie ad una brillante ed incisiva azione di comando, ha dato grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Nasirya, Iraq, 7 settembre 2005-25 gennaio 2006
Generale di Brigata Carmine De Pascale, Cavaliere. Comandante della Joint Task Force, impegnato nell'Operazione Antica Babilonia in Iraq, guidava le unità dipendenti con altissima professionalità, elevatissima capacità organizzativa e consapevole coraggio, assolvendo brillantemente, tra l'altro, le complesse e delicate attività connesse al disimpegno del contingente nazionale dalla provincia di Dhi Qar. Grazie ai risultati di spiccata valenza conseguiti riceveva unanimi riconoscimenti nel contesto multinazionale. Ufficiale Generale che, grazie ad una brillante ed incisiva azione di comando, ha dato grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Nasirya, Iraq, 15 giugno 2006-2 dicembre 2006
Colonnello Giovanni Truglio, Cavaliere. Ufficiale Superiore impiegato in molteplici teatri operativi, evidenziava eccezionali qualità di Comandante, offrendo un contributo professionale di elevato contenuto. Con la sua azione incisiva e determinata, caratterizzata da encomiabile coraggio, tenace abnegazione e straordinaria perizia, suscitava l'unanime plauso ed il consenso degli organismi internazionali e locali con i quali ha operato, esaltando il prestigio dell'Italia e delle sue Forze Armate nel mondo.
Mogadiscio, Somalia, Durazzo, Albania, Sarajevo, Bosnia, Tallil, Iraq, marzo 1993-febbraio 2007
Capitano Vittorio Stingo, Cavaliere. Ufficiale impiegato in molteplici teatri operativi, evidenziava eccezionali capacità operative e di comando, offrendo un contributo di elevatissimo contenuto professionale per il perseguimento degli obiettivi prefissati. Si distingueva in missioni condotte in zone altamente ostili, conseguendo brillanti risultati che suscitavano l'unanime plauso ed il consenso degli organismi internazionali e locali con i quali ha operato, esaltando il prestigio dell'Italia e delle sue Forze Armate nel mondo.
Sarajevo, Bosnia, Pec, Kososvo, Kabul e Kwost, Afghanistan, Tallil. Iraq, aprile 2000-luglio 2006
Bandiera di Guerra del Reparto Mobile di Supporto dell'Aeronautica Militare, Cavaliere. Il Reparto Mobile di Supporto ha operato brillantemente in Afghanistan nella missione NATO ISAF in un contesto ambientale ed operativo di grande difficoltà, realizzando, in breve tempo, le strutture di supporto dell'aeroporto di Herat e fornendo, conseguentemente, un contributo determinante per le attività di ricostruzione e di sviluppo del paese. Impiegato, successivamente, in altri teatri operativi, quali il Kosovo e l'Iraq, ha ulteriormente dato, attraverso l'impegno del suo personale, concreta prova di spiccata professionalità, alto senso del dovere e spirito di abnegazione, assicurando alla Forza Armata e alla Nazione grande lustro nel contesto internazionale.
Afghanistan, marzo 2005-giugno 2005; Kosovo e Iraq, dicembre 2006