lunedì 31 dicembre 2007
PRODI VISITA HERAT
PRODI VISITA ISAF
PARISI VISITA IL CONTINGENTE IN KOSOVO
Il 24 dicembre il Ministro della Difesa, Arturo Parisi, accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Giampaolo Di Paola e dal Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze Generale di Corpo d’Armata Mauro del Vecchio, si è recato in Kosovo per porgere gli auguri di Natale al personale del Contingente Italiano. Al suo arrivo a Dakovica, il Ministro Parisi è stato accolto dall’Ambasciatore d’Italia, a Belgrado, Alessandro Merola, dall’Italian Senior National Representative, Generale di Brigata Alessandro Savarese, e dal Comandante della Multinational Task Force West, Generale di Brigata Nicolò Falsaperna. Nel corso della sua visita, il Ministro Parisi, si è recato al Monastero di Decani e al Villaggio Italia a Pec dove ha salutato tutto il personale dei Reparti presenti nell’area. La seconda tappa del viaggio si è svolta a Pristina dove il Ministro della Difesa ha incontrato il personale italiano della Multinational Specialized Unit, al Comando del Colonnello Andrea Guglielmi, e quello che opera nel Comando KFOR.
CONSEGNATO L'ANDREA DORIA ALLA MARINA
Sabato 22 dicembre, nella darsena dello stabilimento Fincantieri del Muggiano (La Spezia), ha avuto luogo la cerimonia di consegna alla Marina Militare del Cacciatorpediniere Andrea Doria. Il passaggio della nave dal cantiere alla Marina avviene a due anni dal varo e a conclusione di un periodo intenso di prove, anche in mare, della piattaforma. La cerimonia, alla presenza di autorità civili e militari, ha avuto come elemento centrale l’alzata sul pennone del Doria della Bandiera della Marina. La nave proseguirà il periodo di collaudi riguardanti i sistemi di comando, controllo e comunicazioni per conseguire la piena capacità operativa. Nave Andrea Doria, insieme alla gemella Caio Duilio, fa parte della Classe Orizzonte, programma di collaborazione con la Marina Francese. Sono navi con modernissime elevate capacità di difesa aerea e piattaforma per imbarcare un comando complesso capace di operare anche in contesti internazionali.martedì 18 dicembre 2007
DI PAOLA IN VISITA IL LIBANO
Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giampaolo Di Paola, si è recato in visita al personale italiano schierato in Libano nel quadro dell’Operazione UNIFIL Leonte 3. Ad accoglierlo, nella base di Tibnin, quartier generale del contingente italiano, il Gen.B. Paolo Ruggiero, Comandante della Joint Task Force Lebanon, Sector West su base 132a Brigata Corazzata Ariete. Dopo aver assistito ad un briefing sulle attività svolte dai militari italiani, l’Ammiraglio Di Paola si è recato in elicottero nel compound di Marakah, sede di una delle unità di manovra italiane, per incontrare il personale di Italbatt 1, su base 11° Reggimento Bersaglieri di Orcenigo Superiore e, successivamente, nella base di Shama, sede operativa del 10° Reggimento Genio di Cremona e del Battaglione Logistico Ariete. Durante i suoi incontri con il personale della Missione Leonte 3, l’Ammiraglio Di Paola ha ribadito il senso dell’impegno italiano in Libano, ricordando quanto sia importante e determinante il compito che i militari italiani stanno assolvendo, al servizio dell’Onu, per la pace e la stabilità di questa regione del mondo.CAMBIO AL VERTICE DEL CONTINGENTE ITALIANO IN BOSNIA-ERZEGOVINA
venerdì 14 dicembre 2007
MEDAL PARADE ALLA MFO
Il Maggiore Generale Narve Ludvigsen, Force Commander della Multinational Force and Observers, ha consegnato, al personale costituente il Contingente italiano in Sinai, la Medaglia che attesta la partecipazione alla missione MFO, nel corso di una cerimonia organizzata presso la sede del X Gruppo Navale Costiero nel porto di Sharm El Sheik. Alla cerimonia erano presenti l’Addetto per la Difesa in Egitto, Contrammiraglio Fabio Rossi, il Console Onorario a Sharm El Sheik, Fayza Frigido e molte autorità civili e militari locali, nonché un cospicuo numero di esponenti dell'imprenditoria italiana in Egitto. La partecipazione di numerosi invitati ha nuovamente messo in evidenza gli eccellenti rapporti tra il personale della Marina Militare che opera in Sinai, la Multinational Force and Observers e la realtà locale. Dopo la consegna delle decorazioni ai diciotto militari che sono parte della Multinational Force and Observers da almeno sei mesi, il Force Commander ha tenuto un discorso agli equipaggi delle Navi e al personale di terra del Contingente. Dopo la cerimonia tutti gli ospiti sono usciti in mare a bordo delle tre Unità dipendenti (Nave Staffetta, Nave Vedetta e Nave Sentinella) per una breve navigazione. Il programma della manifestazione ha compreso l’esecuzione di manovre cinematiche ed un buffet a bordo.L'ITALIA ASSUME IL COMANDO DEL REGIONAL COMMAND CAPITAL DI ISAF
6 dicembre 2007. Si è svolta a Kabul alle ore 11:00 locali, la cerimonia che ha sancito il trasferimento di autorità del Regional Command Capital tra il Generale di Brigata turco Erdem Kasim ed il Generale di Brigata Federico Bonato, Comandante della Brigata Alpina Taurinense. Il Regional Command Capital è uno dei cinque comandi multinazionali dipendenti da ISAF, la cui componente principale verrà, per i prossimi otto mesi, fornita dall’Italia con lo staff della Brigata Taurinense che costituirà l’ossatura del comando responsabile per tutta l’area della capitale afgana. Alle dipendenze del Regional Command Capital vi sono tre Battle Groups, Unità di livello Reggimento fornite rispettivamente da Italia (attualmente su base 5° Reggimento Alpini), Francia e Turchia. Alla cerimonia odierna, hanno preso parte le maggiori autorità politiche, militari e religiose presenti nella capitale afgana, intervenute per dar lustro all’attività di sostegno alle istituzioni afgane svolta dai quasi 3000 militari del Regional Command Capital provenienti da sedici paesi (Albania, Azerbaigian, Bulgaria, Croazia, Francia, Macedonia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Norvegia, Portogallo, Polonia, Regno Unito, Romania, Turchia). Nel corso della cerimonia, tenutasi a camp Warehouse, sede del Quartier Generale del Regional Command Capital, il Generale Erdem Kazim ha pronunciato un breve discorso riassuntivo delle attività svolte negli scorsi otto mesi dai propri uomini. A sua volta il Generale Bonato ha illustrato quelle che saranno le proprie linee guida nell’assolvimento del compito assegnatogli, rivolgendo parole di ringraziamento al collega turco. Il passaggio di consegne tra i due Generali è avvenuto alla presenza del Generale britannico Jonathan Riley, Vice Comandante di ISAF. Il Generale di Brigata Federico Bonato, ha ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi di comando e di staff nell’ambito delle Truppe Alpine. Ha inoltre ricoperto l’incarico di Vice Capo Ufficio Operazioni in seno al comando KFOR in Kosovo ed è stato precedentemente impegnato nella Missione ISAF a Kabul alla guida del 3° Reggimento Alpini tra settembre 2002 e gennaio 2003.martedì 4 dicembre 2007
DECEDUTI DUE SOTTUFFICIALI DELLA MARINA MILITARE IN UN INCIDENTE STRADALE
domenica 2 dicembre 2007
PRONTA LA NUOVA PORTAEREI CAVOUR
Per qualcuno l’aggettivo ‘storico’ potrebbe anche sembrare eccessivo. Resta il fatto che quella del prossimo 18 dicembre si presenta come una data a dir poco importante; quel giorno infatti, si assisterà alla consegna della portaerei Cavour alla Marina militare. In realtà si tratta di una consegna puramente amministrativa visto che l’ingresso in squadra è previsto entro la prima metà del prossimo anno e dopo un ulteriore periodo di prove presso la sede produttiva Fincantieri di Muggiano; al loro termine, l’unità raggiungerà l’Arsenale di Taranto dove nel 2009, inquadrata nel Comando forze di altura (Comforal), verrà conseguita la piena operatività. Il tutto a compimento di un processo che ha avuto inizio diverso tempo fa. Si era all’inizio degli anni 90 e già all’epoca la Marina aveva compreso quanto fosse importante disporre di una grande unità con la quale sostituire l’incrociatore Vittorio Veneto. Per quella che di lì a poco sarebbe diventata la Nuova unità maggiore (Num), venivano così elaborati più progetti che spaziavano da quelli focalizzati sul ruolo di portaerei fino ad altri incentrati su una piattaforma con spiccate capacità anfibie, con tanto di bacino allagabile, elevato numero di soldati imbarcati e ridotte installazioni aeronautiche. Con il tempo il progetto è stato affinato, fino a giungere all’attuale configurazione: quella di una vera e propria nave portaerei che, tuttavia, conserva una certa flessibilità operativa. Si era intanto arrivati al 2000 quando, con la firma del contatto con Fincantieri, prese definitivamente il via il programma. L’anno successivo ebbe inizio la costruzione, con il varo che giungeva il 20 luglio del 2004; e così come il varo vide la presenza dell’allora presidente della Repubblica Ciampi (il quale peraltro giocò un ruolo di primissimo piano nella scelta del nome), adesso la consegna dell’unità potrebbe avvenire alla presenza dell’attuale presidente Napolitano. Resta da notare come alla luce del ritardo accumulato, complici anche le croniche ristrettezze finanziarie, il Cavour è oramai in realtà destinato ad affiancare, e in prospettiva sostituire, l’omologo Garibaldi. Ma questa unità merita anche di essere segnalata per un primato: quello della più grande nave militare costruita in Italia dalla fine della seconda guerra mondiale. Una lunghezza fuori tutto di 244 metri, una larghezza massima di 39 metri - imposti dal passaggio dal ponte di Taranto - e un’immersione di quasi nove metri; il tutto per un dislocamento di 27.100 tonnellate a pieno carico. A muovere questa ‘massa d’acciaio’ ci pensano quattro turbine a gas Lm2500, per una potenza complessiva di 88 Mw, che agiscono su due assi con eliche a cinque pale capaci di imprimerle una velocità massima continuativa di 28 nodi; l’autonomia risulta pari a 7.000 miglia alla velocità di 16 nodi, mentre la produzione di energia elettrica è assicurata da sei diesel-generatori e due gruppi generatore-asse per un totale di 17,6 Mw. Valori dimensionali importanti che si riflettono su altri due elementi essenziali: il ponte di volo e l’hangar. Il primo ha sei spot di decollo per elicotteri - più uno Sar (Search and rescue) - e una pista di decollo con uno sky-jump per gli aerei Stovl (Short take-off vertical landing) con elevazione di 12°, nonché aree di parcheggio per otto aeromobili. Il secondo ha la particolarità di essere riconfigurabile potendo infatti ospitare 12 elicotteri o otto aerei oppure diverse combinazioni di mezzi: 24 carri armati Ariete o 50 veicoli medi quali Aav-7, Dardo, Centauro e Freccia o 100 veicoli leggeri come Puma, Lince e Vm-90 o, ancora, tre Lvtp (Landing vehicle transport personnel). Tutti mezzi che possono essere sbarcati tramite due rampe - per carichi da 60 ton. - poste a prua e sul lato di dritta della nave e movimentati, assieme agli aeromobili e a materiali in genere, da quattro elevatori. Se a ciò aggiungiamo che oltre ai 451 uomini di equipaggio, ai 203 del gruppo di volo, ai 140 del comando complesso, sono presenti alloggi per 416 (di cui 91 in emergenza) altri soldati, si capisce bene quanto la polivalenza sia una caratteristica importante di questa unità. Si può infatti passare da una configurazione di portaerei pura, con 12 aerei (Av-8b, in futuro F-35b) e otto elicotteri (Eh-101, nelle sue diverse versioni, Sh-3d e in futuro Nh-90), aumentabili ulteriormente in caso di necessità fino a 24 o anche 30 se solo elicotteri, a una sorta di Lph (Landing platform helicopter) in grado di condurre eli-assalti. Da rilevare inoltre come, grazie all’elevato livello di automazione e all’avanzato sistema di gestione, controllo e sicurezza della piattaforma sia stato possibile contenere il numero degli uomini dell’equipaggio i quali, tra l’altro, godono di standard abitativi molto elevati. Il sistema di combattimento - oggetto di un contratto separato - integra i numerosi sensori di bordo con i sistemi d’arma preposti alla difesa dell’unità. Tra i primi si segnalano un radar multifunzione per la sorveglianza aerea e di superficie (che si occupa anche del controllo dei missili), uno per quella aerea a lunga portata, uno di superficie a corto-medio raggio, uno per il controllo delle operazioni aeree, uno di navigazione e, infine, i due apparati radar elettro-ottici per i pezzi di medio calibro; sono inoltre presenti un sonar a scafo e un sistema per la sorveglianza aerea e di superficie Ir (Infra-red). A contrastare le minacce dirette verso il Cavour provvedono poi due sistemi di lancio verticale a 16 celle ciascuno per missili Aster 15, due pezzi da 76/62 mm Super rapido e tre pezzi da 25/80 mm. Completano l’insieme dei sistemi di difesa due lanciatori per inganni anti-missile e altrettanti lanciatori per quelli antisiluro, nonché un sistema di guerra elettronica. Particolare attenzione è stata inoltre riposta nella suite di apparati di comunicazione, con un sistema integrato che serve anche l’ampio centro di comando posto sotto l’isola, fondamentale proprio per lo svolgimento delle funzioni di nave sede-comando. In conclusione, ciò che si evince da queste brevi note è che quella che sta per entrare in servizio con la Marina militare è un’unità tecnologicamente valida e flessibile. Un importante assetto operativo non solo per la Marina stessa ma anche per le altre forze armate; basti pensare, in questo senso, alla Forza di proiezione dal mare e a quale importante contributo possa fornire a questa componente una piattaforma utilizzabile in contesti anche diversi e comunque impegnativi. Considerazioni che non mutano di fronte alle polemiche che stanno già da qualche tempo accompagnando il Cavour. Due sono gli aspetti maggiormente criticati: il costo finale - che dovrebbe raggiungere gli 1,5 miliardi di euro circa - e le capacità ritenute fin troppo offensive. Per ciò che riguarda il secondo aspetto, occorre subito rimarcare come le caratteristiche complessive di questa unità potranno tornare utili, oltre che in ambito nazionale, anche nell’ambito di operazioni a carattere multinazionali, siano esse in ambito Nato, Onu o Ue, contribuendo a rendere in nostro Paese pienamente partecipe delle decisioni prese in tali ambiti. Per quanto riguarda il primo invece, occorre ricordare come l’anomalia non sia rappresentata tanto dal costo elevato della nave quanto piuttosto dalle scarse risorse a disposizione della Difesa. Così scarse da far sembrare avventate certe scelte che al contrario, in un contesto normale, risulterebbero del tutto comprensibili e del tutto coerenti con quella che dovrebbe essere la politica di sicurezza e difesa di un Paese come l’Italia.venerdì 30 novembre 2007
ALL'ACCADEMIA DI MODENA LA CROCE DI NASSIRYA
Era stata costruita dai Lagunari e, nel trasferimento da una base all'altra, stava per andare distrutta: oggi, invece, la Croce lignea di Nassirya è stata ufficialmente collocata all'interno dell'Accademia Militare di Modena "a perenne ricordo dell'impegno e del sacrificio di soldati e civili italiani caduti nell'adempimento del dovere in terra irachena". Ha aggiunto il Generale Francesco Tarricone, Comandante dell'Accademia, "che valga come esempio e monito per le future generazioni di Ufficiali dell'Esercito e dei Carabinieri", che proprio a Modena cominciano la loro carriera in divisa. La Croce di Nassirya, alta più di tre metri, era stata sistemata dai Lagunari del Reggimento Serenissima all'ingresso della tenda adibita a cappella presso White Horse la prima base dei militari italiani a Nassirya. Con il trasferimento del Contingente a Camp Mittica la croce è finita in un deposito, insieme a tanti altri materiali diversi, con il rischio concreto che venisse danneggiata o andasse distrutta. E' stata quindi prelevata dagli uomini del Corpo Militare della Croce Rossa che l'hanno prima custodita in un container e poi ne hanno organizzato il trasferimento in Italia, con la collaborazione del Cappellano della Brigata Friuli. Lo scorso 12 marzo, durante una cerimonia nella Basilica della Santa Casa a Loreto, è stata consegnata all'Esercito che l'ha destinata all'Accademia di Modena. Oggi, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico, presente il Sottosegretario alla Difesa Marco Verzaschi, c'é stata la cerimonia dello scoprimento della croce installata nel Tempio della Gloria del museo storico dell'Accademia.LA KFOR SI RAFFORZA
giovedì 29 novembre 2007
IL GENERALE DI SQUADRA AEREA VINCENZO CAMPORINI NUOVO CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA
Il 29 novembre 2007 il Consiglio dei Ministri ha nominato il Generale di Squadra Aerea Vincenzo Camporini nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa. Il Generale Camporini, che attualmente ricopre l'incarico di Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, subentrerà all’Ammiraglio Giampaolo Di Paola (al vertice della Difesa dal 10 marzo 2004) che di recente eletto presidente del Comitato Militare della NATO. L'avvicendamento è previsto per il giorno 12 febbraio 2008. Nato a Como il 21 giugno 1946, arruolato in Accademia Aeronautica nel 1965 con il Corso Drago III, il Generale Camporini ha terminato il corso di studi con il grado di Sottotenente nel 1969, conseguendo la laurea in Scienze Aeronautiche presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Nel 2004 si è laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università degli Studi di Trieste. Dopo il brevetto di Pilota Militare ha prestato servizio per molti anni come Pilota F104 Recce presso il 3° Stormo di Villafranca. Ha frequentato il NATO Defense College nel 1977 e nel grado di Tenente Colonnello ha comandato il 28° Gruppo di Villafranca dal 1979 al 1981. Dopo il Corso superiore di Guerra Aerea (1982), è stato assegnato allo Stato Maggiore Aeronautica dove, dal 1983 al 1985, è stato Aiutante di Volo del Capo di Stato Maggiore. Promosso Colonnello nel 1985, ha prestato servizio presso lo Stato Maggiore Aeronautica (4° Reparto Logistica, Ufficio Ricerca e Sviluppo dei Sistemi d'Arma). Nel 1988 ha assunto il comando del Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare ed è stato il Rappresentante Italiano presso il Comitato Studi sulle Applicazioni Aerospaziali dell'Agard. In seguito, nuovamente allo Stato Maggiore è stato Capo Ufficio Sviluppo Tecnico dei nuovi sistemi d'arma, incluso l'Efa, e Rappresentante italiano nel Programma Naew. Da aprile 1993 ad aprile 1996, da Generale di Brigata, ha assunto l'incarico di Capo del 3° Reparto Piani, Operazioni, Addestramento e Cooperazione Internazionale dello Stato Maggiore Aeronautica. Dall’aprile 1996 ha assunto l'incarico di Ispettore dell'Aviazione per la Marina e dal novembre 1997, già promosso Generale di Divisione Aerea, al novembre 1998 è stato Ispettore per la Sicurezza del Volo. Successivamente ha retto l'Ufficio Generale di Politica Militare dello Stato Maggiore Difesa, poi ridenominato 3° Reparto Politica Militare e pianificazione. Da aprile 2001 a febbraio 2004 il Generale Camporini è stato Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa per diventare poi Presidente del Centro Alti Studi della Difesa (marzo 2004), incarico ricoperto fino a settembre 2006. Il 20 settembre 2006 il ha assunto l'incarico di Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare. Il Generale è Pilota con esperienza di volo su 24 differenti tipi di aeromobile, inclusi l'F104, il Tornado, l'AMX, velivoli da trasporto plurimotore ed elicotteri; al 31 dicembre 2006 ha effettuato oltre 2600 ore di volo. Nel 2007 è stato nominato Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. I suoi riconoscimenti e decorazioni includono inoltre la Medaglia Militare Aeronautica di Lunga Navigazione Aerea (oro), la Medaglia Militare al Merito di Lungo Comando (oro), la Croce d’Oro per Anzianità di Servizio (40 anni), l’Onorificenza di Commendatore al Merito della Repubblica Francese, la Medaglia Santos Dumont al Merito della Repubblica del Brasile, il Distintivo d'Onore di Ferito in Servizio e il Diploma Paul Tissandier rilasciato dalla FAI e della Decorazione d'Onore dello Sato Maggiore della Difesa. Il Generale Camporini è membro della Royal Aeronautical Society; è sposato con la signora Silvana e ha una figlia, Marta, e due nipoti. mercoledì 28 novembre 2007
CELEBRATI I FUNERALI DEL MARESCIALLO CAPO DANIELE PALADINI
Alcune migliaia di persone hanno dato, a Novi Ligure, l’ultimo saluto al Maresciallo Capo del 2° Genio Pontieri di Piacenza Daniele Paladini, morto sabato 23 novembre 2007 in un attentato nei pressi di Kabul, in Afganistan. Gente commossa che ha affollato la chiesa della Collegiata della cittadina piemontese e anche la piazza antistante. Tutti si sono stretti intorno ad Alessandra Rizzo, vedova del Maresciallo Paladini e a tutti i familiari. Non era presente la figlia Ilaria. All’inizio della cerimonia, officiata da Monsignor Vincenzo Pelvi, Ordinario Militare per l’Italia, e Monsignor Martino Canessa, vescovo di Tortona, è stato letto un messaggio del Papa, inviato dal Cardinale Tarcisio Bertone in cui si sottolinea che “si piange ancora un figlio caduto nel compimento generoso del proprio dovere”. Nell’omelia, invece, è stato sottolineato che il terrorismo, quasi impaurito dalla solidarietà, ha mostrato il suo volto e il disprezzo nei confronti della vita umana. “È morto, ha detto Monsignor Pelvi, un uomo coraggioso e generoso che ha dato la sua vita umile al servizio di chi è meno fortunato”. Al termine della cerimonia, un lungo applauso ha salutato l’uscita dalla chiesa della salma. Il Ministro Parisi e gli esponenti delle Forze Armate Italiane, che hanno partecipato alle esequie, hanno abbracciato la vedova, a cui è stato poi consegnato il Tricolore con cui era avvolta la bara. Prima di andare al cimitero di Novi Ligure, dove la salma di Paladini è stata tumulata, la vedova ha stretto la mano ad un Capitano dell’Esercito, Gianfranco Paglia, rimasto ferito a Mogadiscio ed ora su una sedia a rotelle.lunedì 26 novembre 2007
LA SALMA DI DANIELE PALADINI E' RIENTRATA IN ITALIA
domenica 25 novembre 2007
ATTENTATO IN AFGHANISTAN: MUORE MILITARE ITALIANO
Un militare italiano ucciso e altri tre feriti. Tragico il bilancio di un attentato suicida durante la cerimonia di inaugurazione di un ponte costruito grazie al contributo degli Ingegneri Italiani. La vittima è Daniele Paladini, 35 anni, Maresciallo Capo dell'Esercito, del 2° Reggimento Pontieri di Piacenza. L'esplosione ha causato anche una strage fra i numerosi bambini che erano presenti alla cerimonia: dei nove civili afghani uccisi dall'esplosione, sei sono bimbi. L'attacco, avvenuto a Paghman, a una quindicina di chilometri dalla capitale Kabul, è stato rivendicato dai Talebani. Un portavoce degli studenti coranici, Zabihullah Mujahed, aveva addirittura parlato di quattro soldati italiani uccisi, circostanza questa ovviamente non confermata (i Talebani sono soliti amplificare, a scopo di propaganda, gli effetti delle loro azioni). Mujahed, che parlava via telefono satellitare da un'ignota località, ha precisato che il kamikaze apparteneva al proprio movimento. Secondo gli investigatori è probabile che l'attentatore fosse pakistano. Sulla matrice c'è il massimo riserbo e la rivendicazione è tuttora al vaglio degli esperti. Chi sta indagando si limita a sottolineare che un attentato di queste dimensioni era molto tempo che non si registrava nell'area di Kabul, dove sarebbe in atto una sorta di tregua conseguente all'apertura di canali di dialogo tra esponenti del governo locale e alcuni leader taleban. Circostanza, questa, insieme alla tecnica stessa dell'attentato, che "farebbe ipotizzare, secondo una fonte, una regia vicina ad Al Qaeda". Daniele Paladini era Maresciallo Capo dell'Esercito, del 2° Reggimento Pontieri di Piacenza. Non sono in pericolo di vita gli altri militari colpiti (il Capitano Salvatore Di Bartolo, dell'11° Reparto Infrastrutture di Messina; il capitano Stefano Ferrari, del 2° reggimento Pontieri di Piacenza; il Caporalmaggiore Scelto Andrea Bariani, del 5° Reggimento Alpini di Vipiteno), uno con ferite da schegge al volto (in questo caso ci sono timori per possibili conseguenze alla vista), un altro alla gamba e il terzo con una frattura scomposta al braccio destro ed altre lesioni. I soldati del Contingente Italiano erano intervenuti alla cerimonia con il preciso compito di garantire l'ordine pubblico. L'attentatore suicida si è fatto esplodere alle 09:52 locali, le 06:22 in Italia. Era stato visto dagli stessi militari mentre cercava di risalire a piedi il greto del fiume su cui sorge il nuovo ponte ed è stato intercettato prima che raggiungesse il punto in cui si concentrava il grosso della folla. Alla vista dei militari, da quanto si è appreso, si sarebbe fatto esplodere, coinvolgendo nella deflagrazione le persone che si trovavano in quel momento più vicine a lui. L'intervento dei soldati, che ha impedito al terrorista di raggiungere il centro del ponte, ha evitato che l'attentato causasse una vera e propria carneficina. Tutti i feriti sono stati evacuati con gli elicotteri dell'ISAF e sono stati trasportati negli ospedali della zona. Immediate sono state le reazioni del mondo politico. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha sottolineato che "l'eroico sacrificio del maresciallo capo Daniele Paladini, caduto in Afghanistan per impedire che il gesto ignobile di un kamikaze provocasse danni ancora più gravi tra la popolazione civile, è in questo momento il mio pensiero più forte e doloroso". All'aeroporto militare di Abu Dhabi Prodi ha accolto i tre militari feriti nell'attentato. Il Capitano Salvatore di Bartolo, il Capitano Stefano Ferrari e il Caporalmaggiore Scelto Andrea Bariani, sono atterrati in serata su un C130 dell'Aeronautica Militare all'aeroporto di Al Bateerod e ripartiranno con un Falcon alla volta dell'Italia. La task force di stanza ad Abu Dhabi serve come supporto logistico e scalo medico per il nostro contingente in Afghanistan. Per Prodi è l'inizio di un viaggio di Stato negli Emirati Arabi.mercoledì 21 novembre 2007
NUOVO ORDINARIO MILITARE PER I SOLDATI AMERICANI
Benedetto XVI ha nominato Monsignor Timothy Paul Broglio nuovo Ordinario Militare degli Stati Uniti d'America. Il nuovo Capo dei Cappellani Militari Cattolici americani, 56 anni il prossimo 22 dicembre, nato a Cleveland (Ohio), era finora Nunzio Apostolico nella Repubblica Dominicana e Delegato Apostolico a Porto Rico.IL TUSCANIA IN KOSOVO

Un Plotone di Carabinieri del 1° Reggimento Tuscania è arrivato nei giorni scorsi a Pristina, in Kosovo. A gennaio, inoltre, si aggiungeranno altre due Squadre dello stesso Reggimento. Il compito dei Carabinieri è rafforzare la MSU, l’Unità Multinazionale Specializzata nella gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza in zone a rischio, comandata dall’Italia e di cui fanno parte anche la Francia e l’Estonia. Il provvedimento è stato deciso in ambito di KFOR, la missione NATO nel paese balcanico. Oltre ai Carabinieri, a Pristina potrebbero arrivare anche nuovi rinforzi provenienti dagli altri due stati che fanno parte della MSU. Si tratterebbe sempre di forze a livello di squadra, che al momento sono state messe in allerta e che sono pronte a partire in caso di necessità. Con i nuovi rinforzi, il numero degli operatori della Multinational specialized unit torna quasi ai livelli di quando la Missione KFOR cominciò, dopo la riduzione degli ultimi anni anni per il miglioramento delle condizioni di sicurezza nel paese. L’Italia, attiva nella KFOR dal suo avvio (12 agosto 1999), vi partecipa con 2305 militari.
sabato 17 novembre 2007
RAZZI CONTRO L'AEROPORTO DI HERAT
venerdì 16 novembre 2007
SVENTATO ATTENTATO IN LIBANO COME QUELLO DI NASSIRYA
FALLITO ATTENTATO ALLE TRUPPE ITALIANE IN AFGHANISTAN
NAPOLI RICORDA IL CAPORALMAGGIORE ROBERTO PETRUCCI
“Alla perenne memoria del Caporalmaggiore Pietro Petrucci che lasciò città di Napoli per la città di Nassirya inseguendo un sogno di Pace e di Libertà fra tutti i Popoli. La città riconoscente”. Queste semplici ma sentite parole saranno incise su una targa che il Presidente del Consiglio Comunale di Napoli, Dottor Leonardo Impegno, consegnerà lunedì mattina, con inizio alle ore 12:00, presso la Sala del Consiglio Comunale. La commemorazione, organizzata dal Vice Presidente dell’assise partenopea, il Consigliere di AN Vincenzo Moretto, si sarebbe dovuta svolgere già lo scorso 12 novembre, data in cui ricorreva il quarto anniversario della strage dei nostri soldati, ma fu rinviata perché il papà del Caporalmaggiore Petrucci, al pari degli altri familiari delle vittime, venne convocato a Roma, dove, alla presenza fra l’altro del Ministro della Difesa Parisi, nel parco Schuster è stata posta la prima pietra del Monumento a loro dedicato. La cerimonia di lunedì prossimo vedrà la partecipazione dei consiglieri comunali, del sindaco Rosa Iervolino Russo, del Generale di Brigata Marco Rossi, vertice del Comando Militare Esercito Campania e di un folto gruppo di personale militare. Il giovane Caporalmaggiore Pietro Petrucci, al quale il Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, ha intitolato un’aula dell’ ex CIAPI in Caserta, è nato a Napoli il 26 settembre 1981. Subito dopo aver conseguito il diploma di maturità in Ragioneria decise di arruolarsi nell’Esercito Italiano. Nel 2001 vinse il concorso in qualità di Volontario in Ferma Breve e, dopo l’addestramento formale presso l’85° Reggimento Addestramento Volontari di stanza a Verona, venne assegnato a Bologna presso il 6° Reggimento Trasporti Budrio. Con tale Reggimento parte in missione di peace-keeping in Iraq a Nassirya dove, purtroppo, il 12 novembre 2003 morì a seguito dell’attentato terroristico.mercoledì 14 novembre 2007
L'AMMIRAGLIO DI PAOLO ELETTO PRESIDENTE DEL COMITATO MILITARE DELLA NATO
martedì 13 novembre 2007
MORTO CASCO BLU FRANCESE IN LIBANO
4° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI NASSIRYA
In occasione della ricorrenza del quarto anniversario della strage di Nassirya, il Ministro della Difesa Arturo Parisi, accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giampaolo Di Paola, ha deposto una corona di alloro al Sacello del Milite Ignoto. Alla cerimonia hanno presenziato i Vertici delle Forze Armate ed una rappresentanza dei parenti delle vittime. Successivamente il Ministro Parisi, ha presenziato alla posa della prima pietra per il monumento “Foresta d’acciaio”, dedicato ai Caduti di Nassirya ed idealmente a tutti i Caduti in Iraq, che verrà realizzato nel Parco Schuster nei pressi della Basilica di S. Paolo fuori le mura.Oltre ai famigliari dei Caduti, erano presenti il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli, il Presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, i rappresentanti della Regione Lazio e del Comune di Roma ed i Vertici delle Forze Armate.
lunedì 12 novembre 2007
IO NON DIMENTICO... E TU? 12 NOVEMBRE 2007: 4° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI NASSIRYA
giovedì 8 novembre 2007
PREMIO PER LA PACE AL GENERALE FIORAVANTI
Il comandante della Brigata Paracadutisti Folgore, il generale Maurizio Fioravanti, sarà insignito domenica prossima del Premio per la Pace nel corso della XXVª Giornata che si svolgera a Pistoia. Il riconoscimento va a premiare l’attività svolta dai paracadutisti nelle missioni di peacekeaping di questi anni ed in particolare per l’attività di Leonte 2 in Libano. I premi saranno conferiti anche al cardinale Claudio Hummes, al professor Alexander Stal’nov, all’Associazione Assistenza Spastici, all’Associazione Agata Smeralda, alla dottoressa Zang Xiaoming, alla fondazione Don Lorenzo Milani e a Maria Grasso Raciti, vedova del poliziotto ucciso allo stadio di Catania.La manifestazione prenderà avvio sabato sera nella cattedrale di San Zeno con un concerto e proseguirà domenica alla mattina e nel pomeriggio con le cerimonie per il Premio letterario La Pira e la consegna dei premi.
TREVISO: CADE ELICOTTERO USA
L'AMMIRAGLIO DI PAOLA IN LIZZA COME CAPO DELLA NATO
Tre candidati si disputeranno mercoledì 14 novembre la poltrona di nuovo Capo del Comitato Militare della NATO, la più alta carica militare dell'Alleanza alla quale può aspirare un europeo: l'Italiano Giampaolo Di Paola, Ammiraglio; il Polacco Franciszek Gagor e lo Spagnolo Felix Sanz Roldan, entrambi Generali. "Il nuovo Capo del Comitato Militare sarà nominato mercoledì e rimpiazzerà l'attuale Presidente (il Canadese Ray Henault), al termine del suo mandato di tre anni", ha comunicato il Portavoce della NATO, James Appathurai, durante il consueto briefing settimanale con la stampa. Il Portavoce ha riferito i nomi in lizza, senza dare alcuna indicazione. L'elezione del nuovo Presidente del Comitato Militare spetta infatti ai Capi di Stato Maggiore dei 26 paesi membri riuniti nel Chiefs of Defense Staff, in cui è rappresentata anche la Francia. Il voto è segreto, pertanto le indicazioni arrivate dai singoli Stati membri potrebbero essere disattese nell'urna, e la nomina avviene a maggioranza.9 NOVEMBRE: RICORDO DEI FATTI DELLA MELORIA
mercoledì 7 novembre 2007
ATTERRATO LO SHUTTLE CON NESPOLI
Lo Shuttle Discovery con a bordo l'austronauta italiano Paolo Nespoli è atterrato puntualmente al Kennedy Space Center della NASA a Cape Canaveral, in Florida alle 18,58 ora italiana. "Siamo arrivati in anticipo, funziona meglio delle normali compagnie aeree», è stato il primo commento della Nasa non appena la navetta ha toccato terra. Si concludono così con un pieno successo le missioni STS-120 dello Shuttle e la Missione europera-italiana Esperia (ESA-ASI), finalizzata all'attracco alla Stazione Spaziale Internazionale del nodo 2, realizzato da Thales Alenia Space (Joint Venture Thales-Finmeccanica). Grazie a questa mssione la Stazione spaziale Internazionale (ISS) è diventata più grande ed è ora più vicina alla configurazione definitiva. Nella storia dei 120 voli dello Shuttle, la navetta americana è atterrata per 66 volte nel Kennedy Space Center. martedì 6 novembre 2007
RECENSIONE "IN PACE E IN GUERRA" DI ENRICO MANNUCCI
I mezzi d'informazione propongono quotidianamente scenari di guerra, convenzionale e non, che richiedono l'utilizzo di forze speciali e quelle di più vasto impiego. Questo libro presenta un quadro completo dei reparti destinati a intervenire con varie funzioni nei diversi teatri di operazione che la cronaca propone. L'autore ne descrive la storia e l'evoluzione nel tempo, la struttura e l'organizzazione, i particolari compiti operativi nei quali ciascuno viene impiegato, l'addestramento, le armi, le attrezzature, oltre agli episodi più significativi o particolarmente drammatici in cui essi sono stati coinvolti, dalla Bosnia al Kosovo, fino a Nassiriya.RECENSIONE "NASSIRIYA LA VERA STORIA" DI LAO PETRILLI E VINCENZO SINAPI
Iraq, Antica Babilonia: la più discussa, la più impegnativa, la più cruenta missione italiana all'estero. Per tre anni e mezzo due inviati di guerra hanno raccolto informazioni da ogni fonte possibile, le hanno incrociate, verificate, discusse, mai soddisfatti della verità ufficiale o della versione più ovvia. Per tre anni e mezzo hanno accumulato notizie, documenti, testimonianze, dati e foto, sfidando diffidenze, silenzi, opacità, riserve. E il risultato è questo: molto, anzi quasi tutto è inedito in questo libro, il primo scritto a operazione conclusa. Un uomo ucciso senza che si dicesse in giro; un'ambulanza saltata in aria davanti alle linee degli italiani; le battaglie combattute e quelle soltanto sfiorate; i blitz pianificati per catturare terroristi sospetti; la crisi di Al Bathà, che ha rischiato di mandare tutto all'aria; gli attentati che hanno scandito la vita dei nostri soldati, dalla bomba che ne piegò le certezze ai razzi contro le basi del Dhi Qar; e ancora: le missioni segrete degli aerei spia, gli arsenali sequestrati, le mille insidie del redeployment, la ricostruzione, le odissee dei bambini malati portati in Italia. Insomma, tutto quello che non abbiamo letto (o abbiamo saputo solo in parte) nel racconto di chi era là, per capire, per testimoniare.RECENSIONE "PEACE-KEEPING, PACE O GUERRA" DI BRUNO LOI
L'Italia è impegnata in missioni definite di pace, nell'ambito di coalizioni internazionali che tuttavia comportano l'uso delle armi e hanno registrato momenti anche duri di combattimento, benché l'attività italiana abbia sempre privilegiato l'aspetto umanitario, la diplomazia e i buoni rapporti con la popolazione. Durante l'Operazione Restore Hope in Somalia nel 1992, il contingente italiano svolse un ruolo fondamentale, iniziando l'opera di disarmo e di ricostruzione del tessuto amministrativo del paese. Il Generale Bruno Loi, Comandante della Missione Ibis, descrive in questo volume premesse, svolgimento e epilogo dell'intera vicenda, illuminandone aspetti rimasti fino a ora coperti da riserbo.RECENSIONE "NASSIRIYA" DI PINO AGNETTI
"Nassiriya" è il primo libro dedicato alla spedizione tricolore in Iraq. Fondendo in modo originale lo stile del reportage con quello del pamphlet, l'Autore affronta uno dopo l'altro i nodi principali dell'impegno italiano nel terribile dopoguerra iracheno: il carattere e lo scopo della missione, il comportamento sul campo dei nostri militari anche nelle situazioni di maggioe pericolo, il loro rapporto con la popolazione locale, la reazione dell'opinione pubblica italiana davanti al dramma dei nostri caduti e dei nostri connazionali sequestrati, gli ostacoli che ancora si frappongono alla definitiva rinascita dell'antica "Terra dei due fiumi". Il risultato è un racconto teso, emozionante, senza sconti per nessuno, mai tentato dalle sabbie mobili della retorica. E, ciò che più conta, con i piedi ben piantati sulla prima linea della guerra più difficile del nostro tempo: la guerra della pace e contro il Terrore. Emerge così nettamente la critica verso un tipo di informazione sempre più ideologizzata e militante. E contro il ricorrente autolesionismo di un Paese capace di reagire con straordinario slancio alle prove più dolorose, ma un attimo dopo pronto a paccarsi nuovamente offrendo così il fianco al nemico mortale che ci osserva nell'ombra.AFGHANISTAN, DISTRETTO DI FARAH: I TALEBANI ALL'ATTACCO
IL 4 NOVEMBRE NEI TEATRI OPERATIVI
Nel piazzale delle cerimonie della base militare italiana di Villaggio Italia, il Generale di Brigata Nicolò Falsaperna ha ricordato, assieme a tutte le rappresentanze delle Forze Armate presenti in Kosovo, la giornata delle Forze Armate. Il 4 novembre è il giorno del ricordo della vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale e lo scopo è quello di non dimenticare il sacrificio dei quasi settecentomila giovani soldati morti per la nostra Patria. Anche quest'anno il Comandante della Brigata Multinazionale Ovest, Generale di Brigata Falsaperna, ha deposto una corona di alloro al monumento dedicato ai Caduti sito nel Piazzale delle Bandiere di Villaggio Italia.ATTIVITA' DELLA MARINA MILITARE ITALIANA
Il Cacciamine Sapri è impegnato nell’esercitazione Turkish Minex, in svolgimento fino al prossimo 8 novembre nelle acque prospicienti il porto di Cannakale (Turchia). Dallo scorso 28 agosto il Sapri, appartenente alla 53° Squadriglia Cacciamine del Comando di Forze Contromisure Mine, è inserito nella Standing NATO Maritime Counter Mines Group 2. La Standing NATO Maritime Counter Mines Group 2 è una delle due Forze Navali permanentemente attivate in Mediterraneo dalla Nato, ed ha lo scopo di costituire un nucleo di pronto impiego per la bonifica dei porti e dei choke points di interesse dell’Alleanza Atlantica. La Forza al Comando del Commodoro Spagnolo Antonio Martorell è costituita da quattro Unità Cacciamine (HS Kallisto, TGC Amasra, SPS Duero, ITS Sapri) ed una Nave Appoggio (SPS Diana). Il Cacciamine Sapri resterà integrato nel gruppo navale NATO fino alla fine dell’anno.Parte l'Esercitazione Bright Star 2007
lunedì 5 novembre 2007
RECENSIONE "GLI ANGELI DI NASSIRIYA" DI ROSITA ORZA PALAZZO
Il 12 novembre 2003, intorno alle 10:40 locali (le 08:40 in Italia), un camion lanciato a tutta velocità ha forzato il posto di blocco dell'entrata del Comando Carabinieri MSU a Nassirya, in Iraq, aprendo la strada a un'auto blindata e imbottita di esplosivo. I militari italiani di guardia al cancello hanno aperto il fuoco contro gli intrusi, ma senza riuscire a bloccarli, e l'auto ha proseguito la sua folle corsa verso la palazzina di tre piani che ospitava il Dipartimento Logistico della base, dove è esplosa. Trecento chili di tritolo hanno squarciato la struttura, scavando un enorme cratere antistante l'edificio. Sono morti diciannove Italiani, tra cui dodici Carabinieri, cinque Soldati dell'Esercito e due civili. Con una scrittura spontanea ed appassionata, che segue il flusso delle emozioni, l'Autrice, "arruolatasi" nell'Arma trentacinque anni fa sponsando il Generale di Corpo d'Armata Sabato Palazzo, rievoca la strage di Nassirya e ricostruisce i profili privati e familiari dei diciannova Caduti, le motivazioni e gli ideali che li hanno portati in una terra lontana a svolgere una missione di pace, i sentimenti dei cittadini italiani dopo l'attentato.domenica 4 novembre 2007
RECENSIONE "PROFESSIONE PEACEKEEPER" DI ANDREA ANGELI
La vita in prima linea di un Funzionario delle Nazioni Unite che attraversa alcune tra le più gravi crisi mondiali. Lo spaccato di un mestiere nuovo, che riserva sollecitazioni, imprevisti e avventure di ogni tipo. Una testimonianza diretta di quello che comporta l'impegno del Portavoce di missioni impossibili. Aneddoti e riflessioni di un osservatore privilegiato sulla vita dei Caschi Blu, dall'America Latina alla Namibia, dal Sud-Est Asiatico ai Balcani e all'Iraq. Episodi registrati da giornali e televisioni riemergono a tuttotondo dalla penna di chi più di altri è stato al fianco dei soldati di pace italiani.RECENSIONE "NASSIRIYA" DI COSIMO VISCONTI
Il camion carico di esplosivo si scaraventa sulla base italiana. Lo spostamento d'aria colpisce Cosimo Visconti in pieno torace. Si rialza, e tenendo srette a sè le parti del corpo straziate, vede i compagni in un lago di sangue, la caserma devastata, la gente che urla e corre, ma resiste. Questo diario non è solo il racconto della Missione Antica Babilonia o del dopo Saddam, è la memoria delle 28 persone, diaciannove Italiani e nove Iracheni che a Nassirya hanno perso sogni, speranze e la vita. Con un braccio miracolosamente ricucito, un proiettile nel torace, profonde cicatrici sul corpo e nell'anima, la vita del Brigadiere Cosimo continua. Ma non è più la stessa. Qualcosa di lui, e di noi tutti, è ancora a Nassirya.Cosimo Visconti nasce a Sant'Agata dei Goti nel 1962. Si arruola nei Carabinieri nel 1979. Assegnato a Roma nel 1980, nel 1983 passa al Nucleo Tribunale e Traduzioni e Servizi Magistratura. Nel 1990 alla Sezione di Polizia Giudiziaria del Tribunale di Roma, nel 1994 al Nucleo Radiomobile e nel 2003 al Nucleo Scorte. Partecipa alle missioni in Bosnia, Albania e Iraq. Congedato il 5 aprile 2005, è insignito della Croce d'Onore per le ferite riportate il 12 novembre 2003 a Nassirya.
MESSAGIO DEL MINISTRO PARISI IN OCCASIONE DEL 4 NOVEMBRE
IL MINISTRO PARISI ALLE CELEBRAZIONI DEL 4 NOVEMBRE
Il Ministro della Difesa, Arturo Parisi, in occasione della celebrazione del “Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate”, è stato accolto all’Altare della Patria dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giampaolo Di Paola, ed ha accompagnato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha deposto una corona di alloro al Sacello del Milite Ignoto. Gli onori militari sono stati resi da un battaglione di formazione con Bandiera del 1° reggimento Granatieri di Sardegna e Banda dell’Esercito. Alla cerimonia hanno presenziato Autorità istituzionali, politiche, civili, religiose ed i Capi di Stato Maggiore dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, i Comandanti Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il Segretario Generale della Difesa ed il Comandante Militare della Capitale. La Pattuglia Acrobatica Nazionale ha sorvolato l’Altare della Patria nel corso della cerimonia.RECENSIONE "OMICIDIO A MOGADISCIO" DI DARIO PALADINI
Il 9 luglio 1989, un somalo spara un colpo al cuore di Monsignor Salvatore Colombo, Vescovo di Mogadiscio che, in poche ore, lascia questa vita. Molte sono le piste seguite per trovare le ragioni dell'omicidio, ma nulla si è concluso, neanche oggi, a distanza di diciotto anni. C'è un aspetto dell'operato del Vescovo che fa riflettere, il meno noto: i suoi tentativi di scongiurare una guerra civile che covava da tempo, come la brace sotto la cenere. Il celebrnte al funerale ha rivelato: "In uno dei nostri ultmi colloqui aveva manifestato un desiderio che gli stava particolaramente a cuore: collaborare ancora più incisivamente per la giustizia e la pace del popolo somalo. Forse, proprio per questo ha dato la vita". Monsignor Colombo era l'emblema di una nuova presenza cristiana in Somalia, un Paese al 99% musulmano. Era il simbolo di una Chiesa che sceglie di farsi conoscere per le opere caritative, per il servizio ai Somali. La sua opera, però, non è cessata con la sua morte, ma prosegue attraverso le mani e i volti delle Missionarie della Consolata, le uniche religiose presenti in Somalia, e di Monsignor Giorgio Bertin, Amministratore Apostolico di Mogadiscio, come raccontano le pagine di questo libro.Dario Paladini, autore del libro, è nato a Milano 38 anni fa. Pubblicista, si occupa di temi internazionali e missionari. Ha curato, assieme ad altri autori, pubblicazioni dedicate alla pace e al volontariato. Lavora al Centro Documentazione Mondialità dell'Arcidiocesi di Milano, collabora con le testate giornalistiche della Diocesi e con la rivista "Missionarie francescane".
RECENSIONE "MISSIONE IN AFGHANISTAN" DI EDOARDO CRAINZ
Nel 2002, in base agli accordi internazionali, il Parlamento Italiano autorizzava la partecipazione di un Contingente di 1100 soldati alle operazioni contro il terrorismo in Afghanistan. Alla missione denominata Nibbio 2, e durata dal maggio al settembre 2003, ha preso parte il 187° Reggimento Paracadutisti della Brigata Folgore, rischierato nella provincia orientale di Paktia. L'autore, in qualità di Ufficiale Medico, ha partecipato alle attività del Reparto, operando in condizioni particolarmente difficili. Questo è il suo diario giornaliero nel quale descrive ciò che ha provato prestando servizio in quei lontani territori senza mai dimenticare di essere anche un medico, e quindi senza distogliere lo sguardo dalla realtà. Emergono, fra l'altro, scampoli di naja giudicati con la severità di chi non può concepire, e giustificare, carenze del sistema, cadute di tensione morale e altro. Allora la critica si fa spietata, e i giudizi affilati come bisturi, secondo la migliore tradizione dei Paracadutisti.Edoardo Crainz, nato a Treviso nel 1974, laureato in medicina all'Università di Novara nel 1999, ottiene la specializzazione a Siena, dove vive e lavora occupandosi di traumatologia e chirurgia della mano. Nel 2003 viene arruolato come Ufficiale Medico nel 187° Reggimento Paracadutisti Folgore, si brevetta Paracadutista Militare e partecipa a due missioni, in Afghanistan, nel 2003, e in Iraq, nel 2005.
IL PRESIDENTE NAPOLITANO CONSEGNA LE INSEGNE DELL'ORDINE MILITARE D'ITALIA DELL'ANNO 2007
Generale di Corpo d'Armata Giuseppe Valotto, Ufficiale. Comandante del Contingente Internazionale in Kosovo impegnato nell'Operazione Joint Enterprise, operava con instancabile tenacia, forte determinazione e chiarezza di obiettivi, sviluppando difficili operazioni interalleate e molteplici attività umanitarie. In stretta aderenza al delicato mandato ricevuto, portava a compimento l'importante incarico affidatogli, anche attraverso delicati incontri politico-militari che mettevano in risalto significative capacità diplomatiche e di comando. Ufficiale Generale che con il suo operato altamente meritorio ed i brillanti risultati conseguiti ha ricevuto il plauso della comunità internazionale dando grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Ammiraglio di Divisione Giuseppe De Giorgi, Ufficiale. Comandante delle Forze d'Altura e Comandante dell'Italian Maritime Force, impegnate nelle acque libanesi nell'ambito dell'Operazione Leonte, assumeva la direzione delle attività di coordinamento di controllo di tutte le componenti navali e terrestri, pervenendo in brevissimo tempo alla completa padronanza della situazione, nonostante le difficili condizioni ambientali ed operative. I brillanti risultati conseguiti, ampiamente riconosciuti dalle autorità internazionali, hanno consolidato il ruolo assunto dall'Italia nel teatro operativo, gli hanno assicurato il plauso delle organizzazioni coinvolte nell'area di crisi e hanno dato lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Generale di Corpo d'Armata Pietro Pistolese, Cavaliere. Ufficiale Generale più volte impiegato nel teatro medio-orientale, operava con straordinaria professionalità ed eccezionale senso del dovere nell'ambito delle Missioni Temporary International Presence Uno e Due (TIPH I e TIPH II), in Hebron e quale capo missione EU Border Assistance in Rafah (Palestina), contribuendo in maniera determinante al ripristino dell'ordine e della pace in territori segnati da decenni di conflittualità. I brillanti risultati conseguiti hanno suscitato unanime plauso e consenso da parte dei rappresentanti degli organismi internazionali presenti, esaltando il prestigio dell'Italia e delle sue Forze Armate.
Generale di Divisione Claudio Graziano, Cavaliere. Comandante del Contingente Nazionale a Kabul e della Brigata Multinazionale Kabul, impegnato nella International Security and Assistance Force in Afghanistan, operava con elevatissima professionalità, incondizionato impegno ed altissimo senso del dovere in un difficile contesto ambientale ed operativo. La sua limpida ed efficace azione di comando ed i risultati di altissima valenza operativa conseguiti permettevano di raggiungere completamente i molteplici e delicati compiti affidati alla grande unità alle sue dipendenze. Ufficiale Generale che, grazie al suo encomiabile operato ed ai brillanti risultati conseguiti, ha meritato il plauso della comunità internazionale, assicurando grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Generale di Divisione Pietro Costantino, Cavaliere. Comandante del Contingente Nazionale e della Joint Task Force, impegnato nell'Operazione Antica Babilonia in Iraq, operava con elevatissima professionalità, incondizionato impegno ed efficace concretezza in una situazione ambientale ed operativa caratterizzata da elevato rischio. Grazie ai risultati conseguiti e alla spiccata professionalità dimostrata nelle attività di contrasto al terrorismo e nell'azione di supporto agli aiuti umanitari, riscuoteva il pieno consenso e considerazione da parte delle autorità e dei rappresentanti civili e religiosi della popolazione locale. Ufficiale Generale che, grazie ad una brillante ed incisiva azione di comando, ha dato grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Generale di Divisione Danilo Errico, Cavaliere. Comandante del Contingente Nazionale in Herat e Comandante Regionale Ovest, operava con instancabile tenacia, ferrea determinazione ed eccezionale chiarezza di obiettivi e di metodo, in un contesto contrassegnato da grandi difficoltà ambientali e operative. Grazie alla sua capacità di comando, alla spiccata iniziativa e alla elevata competenza professionale, riscuoteva pieno consenso e considerazione da parte delle autorità e dei rappresentanti civili e religiosi della popolazione locale. Ufficiale Generale che, grazie ad una brillante ed incisiva azione di comando, ha dato grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate. Herat, Afghanistan, 11 febbraio 2006-15 ottobre 2006
Generale di Brigata Giuseppe Santangelo, Cavaliere. Primo Comandante del Contingente Nazionale in Herat e Coordinatore dell'Area Regionale Ovest dell'Afghanistan nell'ambito della International Security and Assistance Force, operava con indiscussa professionalità ed elevatissima capacità organizzativa in un contesto caratterizzato da una difficile situazione socio-politica e da forti tensioni etnico-tribali. I brillanti risultati conseguiti e l'efficacia del suo operato venivano unanimemente riconosciuti dalle autorità e dai rappresentanti civili e religiosi della popolazione laocale. Ufficiale Generale che, grazie ad una brillante ed incisiva azione di comando, ha dato grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Generale di Brigata Roberto Ranucci, Cavaliere. Comandante del Contingente Nazionale e della Joint Task Force, impegnato nell'Operazione Antica Babilonia in Iraq, operava con elevatissima professionalità, incondizionato impegno ed efficace concretezza in una situazione ambientale ed operativa caratterizzata da elevato rischio. Grazie ai risultati conseguiti e alla spiccata professionalità dimostrata nelle attività di contrasto al terrorismo e nell'azione di supporto agli aiuti umanitari, riscuoteva il pieno consenso e considerazione da parte delle autorità e dei rappresentanti civili e religiosi della popolazione locale. Ufficiale Generale che, grazie ad una brillante ed incisiva azione di comando, ha dato grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Generale di Brigata Carmine De Pascale, Cavaliere. Comandante della Joint Task Force, impegnato nell'Operazione Antica Babilonia in Iraq, guidava le unità dipendenti con altissima professionalità, elevatissima capacità organizzativa e consapevole coraggio, assolvendo brillantemente, tra l'altro, le complesse e delicate attività connesse al disimpegno del contingente nazionale dalla provincia di Dhi Qar. Grazie ai risultati di spiccata valenza conseguiti riceveva unanimi riconoscimenti nel contesto multinazionale. Ufficiale Generale che, grazie ad una brillante ed incisiva azione di comando, ha dato grande lustro all'Italia e alle sue Forze Armate.
Colonnello Giovanni Truglio, Cavaliere. Ufficiale Superiore impiegato in molteplici teatri operativi, evidenziava eccezionali qualità di Comandante, offrendo un contributo professionale di elevato contenuto. Con la sua azione incisiva e determinata, caratterizzata da encomiabile coraggio, tenace abnegazione e straordinaria perizia, suscitava l'unanime plauso ed il consenso degli organismi internazionali e locali con i quali ha operato, esaltando il prestigio dell'Italia e delle sue Forze Armate nel mondo.
Capitano Vittorio Stingo, Cavaliere. Ufficiale impiegato in molteplici teatri operativi, evidenziava eccezionali capacità operative e di comando, offrendo un contributo di elevatissimo contenuto professionale per il perseguimento degli obiettivi prefissati. Si distingueva in missioni condotte in zone altamente ostili, conseguendo brillanti risultati che suscitavano l'unanime plauso ed il consenso degli organismi internazionali e locali con i quali ha operato, esaltando il prestigio dell'Italia e delle sue Forze Armate nel mondo.
